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Senza Cavani possiamo solo precipitare

Forse non tutti se ne sono accorti, ma il sabato di Pasqua il Napoli ha rivinto lo scudetto del 1987. Sì, perché all’epoca i punti furono 42 in 30 partite, frutto di 15 vittorie (da 2 punti) e 12 pareggi. Dopo la vittoria di Torino, il Napoli di Mazzarri aveva 17 vittorie (=34 punti) più 8 pareggi. Fa proprio 42. Che facciamo, ce lo cuciamo sul petto questo scudetto di cartone?
Va bene, sono discorsi oziosi, però questo dato ci dice qualcosa. Forse sono ovvietà, ma ogni tanto un ripasso non fa male. E allora diciamolo chiaramente: il Napoli di quest’anno, sul piano dei risultati, è finora uno dei migliori di sempre.
Eppure non c’è Maradona. Il nostro Diego, l’uomo a cui va gran parte del merito, si chiama Cavani. E’ il classico giocatore incedibile, senza prezzo. Invece, per bizzarro volere del nostro Presidente, un prezzo ce l’ha eccome. Se arriva uno con 63 milioni se lo porta a casa con buona pace di noi malati. Ora cito il buon Gallo: “Il Matador vale mezza squadra”. Verità incontrovertibile. A questo punto il discorso si sposta sui quella valanga di euro che arriverebbe nelle casse della società (vi prego di notare la finezza, non ho seguito l’istinto e quindi non ho scritto “nelle tasche del presidente”). Con 63 milioni si rifà mezza squadra? Sono sufficienti? Ricordo delle interviste fatte agli infuriati tifosi della Fiorentina nel 1990, quando Baggio stava per passare alla Juve in cambio di tante lire e qualche modesta contropartita tecnica. Un tizio, anziano e pacato, disse: “Questi vorrebbero scambià un cavallo di razza con tre gatti”.
Ecco, il punto è questo: De Laurentiis vuole spendere TUTTI i soldi di un’eventuale cessione di Cavani? E se pure li volesse spendere, sarebbe in grado di comprare dei buoni giocatori? A questi due angosciosi quesiti, rispondo un po’ laconicamente: no. E no. Probabilmente non li spenderebbe tutti e comunque c’è una valanga di acquisti inutili che dimostra la totale incapacità sul mercato di questa dirigenza. Allora, in tempi normali, allo stadio si sarebbero levati cori della serie “resta con noi Edi Cavani”. Non che servano a qualcosa queste invocazioni di noi anime belle. Però almeno si prende posizione con chiarezza, come ai tempi di “Agostini siediti in panchina”. Ma non sono più quei tempi. Già, “Solo la maglia”. Per noi, Cavani e Calaiò pari sono. E allora, ce lo meritiamo l’addio del Matador. Speriamo che faccia qualche altra grande partita da qui alla fine del campionato, così ce lo godiamo un altro po’ e comunque alla fine gli saremo grati per averci lasciato in alto. Poi, rassegniamoci a ricadere.
Giulio Spadetta

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