Grazie Lavezzi, grazie Mazzarri. Ma è ora di cambiare

Il Mattino oggi riporta in prima pagina la notizia che i russi dell’Anzhi sarebbero pronti a pagare la clausola rescissoria per Lavezzi e a versare al Pocho sei milioni di euro di ingaggio all’anno. Non c’è giorno che non rimbalzi la notizia di una avvicendamento sulla nostra panchina: in pole adesso sembra esserci Montella; da […]

Il Mattino oggi riporta in prima pagina la notizia che i russi dell’Anzhi sarebbero pronti a pagare la clausola rescissoria per Lavezzi e a versare al Pocho sei milioni di euro di ingaggio all’anno. Non c’è giorno che non rimbalzi la notizia di una avvicendamento sulla nostra panchina: in pole adesso sembra esserci Montella; da Catania potrebbe arrivare l’accoppiata, col direttore generale Lo Monaco.Abbiamo ancora in mente quel che successe lo scorso anno, col braccio di ferro tra De Laurentiis e Mazzarri che voleva andar via. E poi la telenovela Hamsik.
Ecco, io vorrei dire una cosa. Lavezzi è a Napoli da cinque anni. Sono tanti. Arrivò da sconosciuto e oggi è considerato un campione. Maradona qui giocò sette anni, non tanti di più, quindi. Da due anni va avanti questa solfa dei tre tenori (che poi alla prova dei fatti così tenori non sempre si sono rivelati) e dell’allenatore col suo modulo, le sue dichiarazioni, i titolarissimi, le finali e tutte quelle robe lì.
Insomma, basta, non ce la faccio più. Vanno ringraziati, tutti. Ma è giunto il momento di cambiare. Vanno potati anche i rami che danno i frutti affinché diano più frutti. Siamo in clima pasquale e quindi una citazione evangelica ci può stare. De Laurentiis lo sa meglio di noi. Il Napoli sa resistere a tutto ed è giunto il momento di sfrondare. Ringraziando, e di cuore, tutti coloro hanno portato il Napoli fin dove non avevamo immaginato. Ma ormai qua hanno fatto il loro tempo. Hanno il diritto di continuare a fare il percorso altrove. Vada via Mazzarri, vada via Lavezzi e con lui i tenori che qui non hanno più stimoli per cantare.
Ripartiamo. Non da zero. Ma da tre. Il progetto Napoli non può essere legato a una o due persone. Il Napoli è il Napoli. L’aria si è fatta pesante. Per dirla alla De Andrè, cattivi umori, cattivi odori la notte.
Massimiliano Gallo

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