La tessera del tifoso va in soffitta, dalla prossima stagione sara’ una fidelity card “meno di controllo e piu’ legata alla responsabilita’ dei tifosi e dei club”, come ha spiegato il direttore generale della Federcalcio, Antonello Valentini. Una svolta annunciata, del resto, per uno strumento entrato in vigore nella stagione 2009-10 (ma inizialmente come opzionale) nell’ambito delle misure per la lotta alla violenza negli stadi.
L’accoglienza verso la tessera da parte dei tifosi fu tutt’altro che benevola, con vere e proprie manifestazioni di piazza contro quella che venne bollata come una ’schedatura’. Ma Roberto Maroni, all’epoca Ministro dell’Interno, ando’ avanti per la sua strada e la tessera, piano piano, si e’ fatta spazio nel difficile mondo degli ultras, fino a diventare obbligatoria per le trasferte gia’ dal gennaio 2010. Di strada ne e’ stata percorsa e gli ostacoli non sono mancati, vedi la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre che dichiarava illegittimo il suo abbinamento con l’acquisto di carte di credito elettroniche. Ma gia’ allora la tessera aveva preso una determinata direzione, anche sotto l’impulso dell’Osservatorio del Viminale. Poco piu’ di un mese fa, infatti, Roberto Sgalla invocava una tessera che assomigliasse sempre piu’ a una fidelity card e meno, agli occhi di qualcuno, a una schedatura, proposta che aveva ricevuto anche l’ok di Maurizio Beretta, presidente della Lega di A, che riteneva maturi i tempi per “aggiustare l’architettura di questo progetto” e “riempirlo di contenuti ulteriori”. Una “evoluzione logica”, l’ha definita il capo della Polizia, Antonio Manganelli.
La tessera del tifoso manterra’ “inalterate le sue caratteristiche fondamentali gia’ evidenziatesi negli ultimi due campionati, a cominciare dalla necessita’ del suo possesso per le trasferte e gli abbonamenti, sia per questo che per il prossimo campionato di calcio”, ha detto ancora Manganelli, a detta del quale lo scopo di questa ‘evoluzione’ e’ “rafforzare il rapporto tra i tifosi e il club di appartenenza”. Sulla stessa linea d’onda il commento di Roberto Massucci, vicepresidente operativo dell’Osservatorio: dalla tessera come misura di controllo delle tifoserie piu’ violente si passa a “un vero e proprio strumento di fidelizzazione, che sara’ obbligatoria per seguire la propria squadra in trasferta”, come gia’ accadeva in passato.
In questo modo, pero’, “i club saranno piu’ responsabilizzati e diminuiranno le funzioni di controllo”.
Ma c’e’ anche chi storce il naso. Maroni, dalle pagine di Facebook, va giu’ duro, ritenendo che con questo passaggio “hanno vinto le tifoserie ultras e violente, hanno vinto quelle societa’ di calcio, come la Roma (di cui e’ tifosissima la ministra Cancellieri) che mai avevano accettato le regole. ‘Ci saranno meno controlli’, annuncia la Federazione calcistica italiana. Ma come? Meno controlli per contrastare i violenti? Brutta notizia per i tifosi che vanno allo stadio solo per divertirsi e non per menare le mani”. (agi)