Il Napolista si piega
ma non si spezza

Lo dico subito. Venerdì  non c’ero alla festa del Napolista. Qualcuno mi ha perdonato, Ilaria di sicuro no. Ma so che un giorno lo farà, anche se dovesse essere un giorno molto lontano. Mi accontento. In fondo immaginare le persone sorridenti in quella serata speciale di festa è stato come essere lì. Lo so, non è la stessa cosa. Ma ho visto le immagini di Massimiliano che accenna un canto e improvvisamente la foto si è animata. L’ho visto ballare, saltare e cantare. Così come il sorriso di Ilaria, quello di Gianluca, di Pedersoli, di Fabrizio e di tanti altri. E ho capito quello che mi sono perso.  Ma va bene così perché potevo rinunciare alla festa (causa di forza magggiore) ma alla sciarpa no, proprio non ci rinuncio. Mi sono raccomandato a Gianluca e a Ilaria. La volevo ad ogni costo e vedendola al collo di altre persone l’ho immaginata sul mio: è proprio bella. E’ un simbolo di passione, di amore, di gioia, ma anche di delusioni (poche) che ci accomunano. Il nostro Napoli si ama, non si discute ma le discussioni sono il sale del Napolista e noi non ci rinunciamo. Max, poi, è il re della polemica guai se non ci fosse. Abbiamo discusso tanto e l’ho sentito anche vacillare,  ma non ha mai abbandonato: questo per me è la cosa più importante. La sua creatura e quella di Fabrizio è una delle cose più belle del 2010. Spesso molto apprezzata dai colleghi,  ha illuminato d’azzurro il nostro cammino. Lunga vita al Napolista, allora. E sto aspettando anche la chiamata di Massimiliano che mi ripete:  qualcosa di campo no? E io che mi attrezzo con il mio amico Gianluca (admin) a soddisfare le sue richieste. Sennò, quel pazzo lì, è anche capace di non sorridere e magari si rabbuia: pensa troppo. Non fatelo riflettere, i suoi ragionamenti possono convincerti. Basta discutere però con lui, rintuzzarlo. Colpirlo al cuore, lui si scioglie quando si parla della sua creatura. Lunga vita al Napolista e che Ilaria mi perdoni.
di Donato Martucci