Affiatamento perfetto fra Mazzari e la squadra. Fiutando una partita insidiosa, il tecnico aveva detto: voglio vincere anche giocando male. Ha giocato male il Napoli e ha vinto. Bravo Mazzari. Non sono tempi di ricami. Bisogna far punti. Contro un Catania tutto dietro la palla nel primo tempo, è bastato un gol assolutamente originale, quello di Camillo Zuniga (25’), per prendersi i tre punti. Vola Colombia. Il Catania, col suo atteggiamento prudentissimo, ha contribuito a far giocare male il Napoli, ostruendo le corsie con raddoppi di marcature, intasando gli spazi, senza uscire a pressare ma aspettando gli azzurri negli ultimi venti metri. Un muro rosso dopo quello giallo del Villarreal. Il Napoli ha controllato il possesso palla e pazientemente ha costruito la sua partita difficile. Nella ripresa, la musica cambia. Simeone corregge la formazione di contenimento e impiega tre punte Morimoto-Maxi Lopez-Bergessio sostenuti da Ricchiuti e Ledesma. Il Napoli retrocede, è assediato, ma salva il vantaggio (88’ coraggiosa uscita di De Sanctis sui piedi di Morimoto dopo il tiro pericoloso di Bergessio).
Non c’è Lavezzi (primo turno di squalifica). Non c’è Campagnaro (altro squalificato). A sorpresa gioca Sosa e non Mascara (in campo dal 61’ per l’inconsistenza del Principito). Non c’è neanche Gargano e gioca Yebda. Il centrocampo grava tutto su Pazienza, l’unico a giocare la palla con giudizio. Stremato, chiede il cambio e al 76’ entra Gargano. Yebda e Sosa sono impalpabili. Mai una giocata rapida. Dribbling perduti. Hamsik deve sacrificarsi in un gioco “sporco”, non brillante, ma di grande sostanza. In difesa rientra Cannavaro, Santacroce gioca a destra.
Il Catania abbandona il consueto 4-2-3-1 per serrarsi in difesa (4-5-1). Gli esterni (Schelotto, Martinho) restano arretrati, non vengono mai avanti. Il trequartista Gomez rinforza il centrocampo. Non c’è Maxi Lopez (in panchina). C’è Gonzalo Borgessio, argentino come gli altri sei guauchos della formazione etnea. Centravanti tascabile, abbandonato all’attacco.
Comincia male il match. Un fallo da rigore nell’area azzurra non rilevato. Poi, rigore per il Napoli (Sosa trattenuto in area da Marchese). Dal dischetto Cavani (a due gol dal record di gol di Vojak) spiazza Andujar, ma colpisce il palo! Arriva il gol di Zuniga (stop di sinistro e tiro di destro fra palo e portiere) a risollevare il Napoli. Il colombiano interviene su un rimpallo della difesa catanese dopo il tiro di Cavani.
Entra Morimoto per Martinho infortunato (43’) e, nella ripresa, è tutta un’altra partita. Perché entrano Maxi Lopez per Schelotto (63’) e Ricchiuti per Gomez (72’). Il Catania attacca. Il Napoli si raggruppa in difesa. Subisce. Gargano rinforza il centrocampo. Mascara vivacizza l’attacco (71’ colpo di tacco in conclusione, parato). Zuniga impegna nuovamente Andujar (75’) poi cede il posto a Dossena (79’). Sotto l’assedio finale del Catania, il Napoli difende in massa. Arretrano Maggio, Hamsik, Mascara, anche Cavani. Santacroce, infortunato, si sistema avanti. Un colpo di testa di Maxi Lopez (93’ cross di Ricchiuti) finisce alto e finisce la partita.
Pronta la risposta al colpo di mano del Milan (Robinho) e alla vittoria in fuorigioco dell’Inter. Il Napoli è sempre secondo, a tre punti dal Milan, e tiene l’Inter dietro di due punti. Missione compiuta. Salgono a 652 i minuti di imbattibilità di De Sanctis al “San Paolo”. Terza vittoria consecutiva.
Buone notizie dalla Spagna. Il Villarreal si è fatto rimontare in casa (1-1, gol di Ruben). Ci vediamo giovedì sera al “Madrigal”, 22mila posti, un covo infernale, partendo dallo 0-0 di Fuorigrotta. E lunedì sera a San Siro. Milan, aspettaci.
MIMMO CARRATELLI