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Nel disastro italiano
il Napoli è ancora vivo

Lo ammetto, era da un bel po’ che non mi divertivo tanto. Un po’ perché trasformare un pub nel centro di Roma in una succursale del San Paolo mette sempre addosso una strana sensazione; un po’ perché improvvisamente all’Abbey di via del Governo compare il giudice Patierno, e pensi che è bello guardare il match con un assetto napolista. Un po’ perché alle nostre spalle c’è una signora al cui confronto Palommella dei tempi d’oro era un timido e silenzioso signore. E tanto perché un patema d’animo così non si viveva da un bel po’.
Degli azzurri si è già detto molto. Del nostro calcio un po’ meno. Il Napoli è l’ultima italiana ancora in corsa in Europa League. Sampdoria (che pure aveva perduto il preliminare di Champions all’ultimo minuto), Palermo e Juventus sono già a casa. La Stampa di Torino parla di figuraccia per i bianconeri. Noi, invece, siamo ancora in corsa. Sia pure con quattro pareggi e una sconfitta. A far un breve bilancio delle italiane in questa competizione vengono i brividi. Su venti partite – dico venti – ne abbiamo vinte due ( la Sampdoria sul Debrecen e il Palermo contro il Losanna, entrambe ultime nel proprio girone), pareggiate dodici e perse sei. Un bilancio disastroso.
A dominare sono le squadre dell’Est: le uniche a punteggio pieno nel proprio girone sono lo Zenit di San Pietroburgo (bravo Spalletti) e il Cska Mosca. Passano anche Dinamo Kiev, Metalist (ucraini) e Bate Borisov (bielorussi), così come i polacchi del Lech Poznan e lo Sparta Praga. Persino la Svizzera fa meglio di noi, con i Young Boys già qualificati. Le tedesche hanno vinto il proprio girone con Stoccarda e Bayer Leverkusen, solo il Borussia Dortmund rischia di uscire. Il Portogallo piazza Sporting Lisbona e Porto. La Spagna così così: qualificato il Villareal, eliminato il Getafe, in bilico Atletico Madrid e Siviglia.
Noi siamo ancora lì, se vinciamo con lo Steaua terremo ancora l’Italia in corsa. Purtroppo in questo Mazzarri ha ragione. Abbiamo avuto un girone non proibitivo, certo, però non è colpa sua se il nostro calcio sta messo così male.
Massimiliano Gallo

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