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Quelle bandiere azzurre
nei pub di Londra

«Per chi fai il tifo? Io rispondo Napoli e loro ribattono: «No, qui in Inghilterra». E io rispondo sempre Napoli. È più forte di me, noi napoletani siamo così. La nostra squadra la amiamo come quando amiamo una donna». Per i partenopei con bombetta e ombrello quella di domani sarà una serata da vivere minuto per minuto. Perché va bene che qui a Londra hanno trovato super squadre come Chelsea e Arsenal, ma il cuore è sempre azzurro, non importa la lontananza. E per sostenere Lavezzi e compagni sotto il Big Ben è nato il Napoli Fan Club della Gran Bretagna, fondato da Marco La Nave dopo la partita dell’anno scorso tra West Ham e Napoli. È lui a spiegare che il tifo non può cambiare, che supporter del Napoli si nasce e si rimane. Il club ha oltrepassato i 900 membri e per domani ha organizzato una serata speciale. «Le partite le guardiamo da perfetti emigranti (anche se questa parola la odio), quindi ci riuniamo al Bar Italia Uno – spiega Marco sul sito del club – Con sette sterline hai il panino, una bibita (analcolica) e guardi la partita. Per uno come me, che è qui da anni, invece del panino c’è la lasagna o il piatto di pasta al forno».
Bandiere e tifo da stadio per celebrare la grande notte del Napoli a Liverpool, nella quarta delicatissima sfida del girone di Europa League. In tanti, però, hanno deciso di arrivare fino ad Anfield Road. E ancora una volta la comunità partenopea si è unita e ha organizzato dei pullman da Londra a Liverpool e ritorno, con scalo all’aeroporto di Stansted, per prendere anche i connazionali in arrivo da Napoli. Il biglietto costa 45 sterline e considerando il prezzo dei treni inglesi è davvero vantaggioso. Ieri sulla pagina Facebook del fan club (1.113 gli iscritti) c’era grande fermento. Antonio Mirenghi annunciava preoccupato che il Liverpool ha diramato un vademecum di regole cui dovranno attenersi i tifosi napoletani in trasferta: «Non è consigliabile indossare scarpe, abbigliamento o qualsiasi gadget della squadra», suggerisce. Altri, come Francesco D’Ambra, chiedono se qualcuno abbia ancora biglietti a disposizione. E in tanti cercano un punto di riferimento, dove incontrarsi per poi imbarcarsi sul pullman per Liverpool o per guardare la partita in compagnia. Ma non serve essere membri del fan club per organizzare una serata dal sapore azzurro. Il bar Italia a Soho, zona trendy del centro londinese, si aspetta una marea di napoletani in divisa, sciarpa e bandiere.
Così come la pizzeria Donna Margherita di Clapham, ritrovo dei partenopei per antonomasia. «Io temo rappresaglie da parte degli inglesi – ci spiega Salvatore Testaguzza, napoletano, 30 anni, impiegato a Londra da due – Dopo gli incidenti della partita di andata non mi sorprenderebbe. La cosa positiva è che la polizia inglese, a differenza di quella italiana, saprebbe come muoversi per sedare eventuali tafferugli». Salvatore e il suo gruppo di amici, tanti partenopei, hanno già preparato la sciarpa azzurra per ritrovarsi domani sera nel locale Walkabout del quartiere Shepherd’s Bush, dotato di maxi schermi proprio per trasmettere gli eventi sportivi. «Se vince il Napoli offro birra a tutti», promette Salvatore, che si augura di poter mantenere questo impegno, grazie a un gol di Lavezzi o di Cavani, i suoi idoli. Manuela Stendardo, 27 anni, una laurea in relazioni diplomatiche internazionali all’Orientale di Napoli, è sotto il Big Ben da un anno esatto. Anche lei sarà al Walkabout e non vede l’ora di tifare: «Prima quando stavo in Italia andavo spesso a vedere il Napoli – racconta – ma da quando vivo in Gran Bretagna non posso. Quindi questa sarà l’occasione giusta. Penso ci saranno un sacco di napoletani davanti allo schermo qui a Londra – prosegue – E da Napoli ho sentito tanti amici che partiranno per godersi il match ad Anfield. Molti arriveranno nella capitale e da qui si sposteranno a Liverpool: nessuno, nonostante la difficoltà per reperire i biglietti a Napoli, vuole perdersi questo appuntamento». I tifosi sono pronti, i maxi schermi accesi. L’atmosfera è quella giusta. Sembrerà quasi di essere sotto il Vesuvio. Peccato per la temperatura un po’ più nordica e per la probabile e onnipresente pioggia british.
Deborah Ameri (da Il Mattino)

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