Avevo fiducia in questo Napoli e i risultati per ora la stanno ripagando in pieno. Il segreto del successo è riposto, secondo me, in un dato tecnico che sta emergendo in maniera evidente: la squadra riesce a prevalere sull’avversario quando gioca a ritmi alti, puntando sull’intensità, pressando i portatori di palla a centrocampo e ripartendo velocemente in contropiede. Da qui le tante vittorie in trasferta e quella recente in casa con la Roma: prove di forza le prime, di maturità l’ultima. Se il Napoli non è chiamato a ordire trame di gioco, infligge colpi durissimi all’avversario colpevole di sottovalutarlo. A mancare non è tanto il regista classico, figura che ormai nel calcio attuale non esiste più, quanto un giocatore in grado di dare ordine da una parte e congelare la manovra dall’altra: per intenderci, il lavoro che svolge Cambiasso nell’Inter. Pazienza è arcigno e Gargano dinamico, ma nessuno dei due ha le caratteristiche che servirebbero per fare il salto di qualità. Mi permetto di fare tre nomi in grado (sulla carta) di colmare questa lacuna: il già noto Inler dell’Udinese, il redivido Almiron del Bari ma soprattutto l’argentino Gago del Real Madrid. Valutazioni, sia chiaro, che poi sempre e solo il campo deve tramutare in valore aggiunto. Questo Napoli è figlio di una programmazione che si sta rivelando azzeccata e per ora bisogna trarre il meglio dalla rosa a disposizione: il mix di grinta e talento del Napoli poche squadre possono vantarlo, una mentre fredda in mezzo al campo sarebbe l’anello di congiunzione perfetto.
Carlo Porcaro