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Al Bar Novecento
il Gallo titolato a cantare

Nel mese di luglio il bar Novecento è un’oasi, non un semplice caffé.
Via Toledo all’ora mediana sembra il Sahara, con cammelli in lontananza e aria tremolante e deserta. Incontro il Direttore e doverosamente lo conduco tra gli amici; l’escursione termica è spaventosa, una sessantina di gradi farenheit: Lino dice che è per conservarsi meglio, anche se il risultato obiettivamente non mi pare granché; un risultato però lo raggiungono, i fratelli terribili: gli eroi che attraversano la canicola si buttano volentieri nel locale, per riequilibrarsi termicamente. Poi, a due o tre gradi dal congelamento completo, ritornano fuori nel deserto.
Incontro il Direttore al largo di piazza Trieste e Trento, boccheggiante sotto gli occhiali fumé, in evidente stato confusionale da campagna acquisti, e lo conduco nel bar storico. Accolto al solito festosamente (senza un cenno di saluto, un sordo brontolìo riferito al contratto di Bucchi a mo’ di bestemmia), decido di dare riscontro agli sguardi curiosi che si domandano chi sia il mio sfatto accompagnatore, e presento il Direttore per quello che è: l’unico Gallo a cantare nel pollaio del Napolista.
Il processo mentale dei fratelli è evidente dalle espressioni, per me che li conosco: Direttore del Napolista = contatto diretto e quotidiano coi dirigenti del Napoli = questo sa tutti i fatti = ce li dobbiamo far dire.
Lino esordisce al solito come se stesse parlando da ore, disorientando l’interlocutore: “E quindi, diretto’, dobbiamo scegliere tra un vecchio e un giovane, per l’attacco, è così? Però mi meraviglia, il presidente. Perché prima dice: non piglio a Toni perché è vecchio, poi tratta Trezeguet e Lucarelli che guaglioni non sono; poi dice: io non voglio chi non è motivato, e poi si mettono a scongiurare Acquafresca che a Napoli sono tre anni che lo vogliamo e lui non ci vuole venire.”
Max apre la bocca per rispondere, ma viene interrotto da Gianni: “Anche perché, diretto’, qua l’attaccante è il problema più serio. Se se ne vanno Hoffèr (anche se mi dovete spiegare quando mai è venuto, a Napoli) e il Tanque, dobbiamo sperare che rimane Insigne se no in avanti non ci gioca proprio nessuno!”
Il Direttore accenna a una risposta, ma non riesce nemmeno a fiatare perché Antonio risponde al fratello: “E invece quello è l’errore: pensare che il problema è il centravanti. Il problema è il centrocampo, invece! Con Gargano e Pazienza, e mo’ pure Blasi che è tornato, non c’è uno che passi la palla in verticale. Ne’, ma chi lo deve servire a questo centravanti, diretto’? Se pure Cigarini se ne va, non ci abbiamo un solo centrocampista che possa distribuire palloni.”
Max annuisce e sta per dire la sua, quando Lino interviene: “Non è manco per il centrocampista, è proprio che Mazzarri al centravanti non lo fa giocare. Mi spiego, diretto’, sotto vostra correzione: non ci sta una squadra al mondo che può far giocare Hamsik con tre attaccanti, no? E allora, se arriva questo centravanti, al posto di chi gioca?”
Risponde Gianni (Max stavolta non ci ha nemmeno provato): “Gesù, ancora con ‘sti discorsi? E i tre fronti, l’Europa League, il turn over e il campionato di vertice ce li siamo scordati? Se si fa male Quagliarella, diretto’, chi gioca, Pià? Non sia mai Iddio!”
Li conosco, bisogna intervenire sulla respirazione: quando Antonio tira il fiato per cominciare la sua famosa filippica su Santacroce e il suo inarrivabile ancorché inespresso talento dico: “Ragazzi, fategli gli auguri: oggi è il compleanno del Direttore, la festa di tutti i Napolisti!” Non vi dico, un tripudio: perfino Lino esce dalla cassa, dimostrando contro tutti i pronostici di essere in possesso di due gambe con annessi piedi e infradito: “Diretto’, fatevi abbracciare! Avete parlato tutto il tempo, e non ci dite questa bella notizia? Offriamo noi, che vi pigliate?”
Maurizio de Giovanni per il compleanno di Max, 12 luglio 2010

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