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Dai, Aurelio, facci vedere gli allenamenti

Ricordo i giovedì del San Paolo. Eravamo in duemila nei distinti a vedere gli allenamenti di Maradona e compagni. Avevo lo zainetto blu dell’Invicta e la molla verde che teneva i libri. Il mio amico Fabrizio la cartella in tela di sacco e gli occhiali a goccia. Sulla cartella c’era scritto W Napoli e Juve schifo. Il massimo dell’offesa permessa a quei tempi. Una volta Diego, lo ricordo come se fosse oggi, tentò di insegnare a Celestini come palleggiare con un’arancia. Assieme a quell’altro migliaio di studenti, tutti regolarmente filonari, eravamo estasiati dallo spettacolo che non era a pagamento come le partite della domenica: “Ua’ ma comm’ fa”. Quel giorno proprio non mi andava di entrare a scuola. Ed al migliaio di filonari altrettanto. Ai miei genitori lo raccontai ed invece di prendermi un ceffone, fui l’eroe che raccontava a casa ciò che Sky ci avrebbe fatto vedere solo vent’anni dopo.
Poi ricordo la fiumana di persone, ma allora già lavoravo, al centro Paradiso di Soccavo. Per chi non lo ricordi, quel luogo, allora condensato di emozioni, oggi cumulo di macerie e munnezza, era costruito con una salita sulla sinistra. Percorrendola si trovava a sinistra l’entrata degli spogliatoi, a destra quella del campo e in fondo le tribune. Andando oltre, la foresteria e la sede del Napoli. Gli allenamenti aperti al pubblico funzionavano così. Giornalisti, presunti tali, e parenti in un gabbiotto costruito sopra gli spogliatoi. Ad un certo punto si apriva l’enorme cancello azzurro e scattava la corsa ai “megl’ posti” (Bracale scusa, ho sicuramente sbagliato…). Quando tutto era esaurito, cancello chiuso e attesa che si sfollasse. C’erano tutti: Bagni, Careca, Maradona. Sembrava di essere allo stadio con i cori che partivano dalle tribune ed i giocatori che ringraziavano e davano spettacolo: gratis.
Ora tutti a Castelvolturno. E nell’immensa splendida pineta della Domitiana il contatto tra squadra e pubblico è praticamente scomparso. Per chi non c’è mai stato provo a descrivere. I tifosi sono fermati dalle guardie giurate ad almeno cinquecento metri dell’ingresso della sede. All’uscita in macchina dei giocatori dopo l’allenamento, quasi si sdraiano per farli fermare ed avere un autografo. Qualcuno rischia anche di fare a botte perché a nessuno piace che  la propria auto sia presa a calci e a pugni pur di abbassare il finestrino. All’interno tre campi posti in sequenza l’uno all’altro in lunghezza. Domina su tutti la terrazza dell’albergo Holiday Inn con i vigilantes che chiedono cortesemente di allontanarsi perché così vuole il Napoli. E pensare che non c’è nemmeno Napoli Channel in tv. Parliamo tanto di San Paolo, di squadra, di allenatore, ma forse il contatto con la gente di Napoli sta diventando troppo virtuale. E’ vero che De Laurentiis detiene i diritti d’immagine, ma quelli degli allenamenti ogni tanto potrebbe anche cederli.
<strong>Gianluca Agata</strong>

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