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Aurelio De Laurentiis
me lo terrei ben stretto

Meglio uno sceicco col petrolio che gli esce dalle orecchie o un imprenditore “tosto” alla Rupert Murdoch, che fa le cose in grande ma ci vuole anche guadagnare? Chi sognano i tifosi alla presidenza del Napoli? Il dibattito sul Napolista l’ha avviato l’avvocato Claudio Botti. E io rispondo con un’altra domanda: ci sono ancora mecenati pronti a spendere centinaia di milioni di euro (o dollari, o eurodollari, o sterline, o yen, o rubli) come Roman Abramovich o Massimo Moratti?
Secondo me non ce ne sono. Lo stesso Milan di Silvio Berlusconi, con la vendita di Kakà al Real Madrid, ha completamente cambiato registro. Sembra che i figli del premier vogliano mettere un freno alla generosità paterna. Non litigano solo le famiglie che devono dividersi il trivani lasciato da papà. Come si dice, “sparte ricchezza, addiventa puvertà”. Tra la divorzianda Veronica che vuole qualche decina di milioni al mese e le esigenze della prole di due letti, anche i rossoneri hanno stretto la cinghia.
Una leggenda metropolitana (seconda solo a quella che incolpa la camorra e il calcio scommesse dello scudetto perso dal Napoli di Maradona contro il Milan di Sacchi) narra di uno yacht ormeggiato poco fuori al molo Beverello da un emiro arabo intenzionato a rilevare la squadra partenopea durante la trattativa Naldi-Corbelli; il buon Salvatore avrebbe comprato la quota del deluso Giorgio sperando di rivenderla con una maggiorazione di prezzo al petroliere, che però prodigiosamente si sarebbe dileguato, mollando gli ormeggi e gettando in mare il costume del travestimento.
Tutte chiacchiere, ovvio, che però confermano le aspettative dei tifosi del Ciuccio: uno straricco, meglio se fesso, pronto a comprare il Napoli mettendo nella confezione Messi, Buffon, Milito, Balotelli, Cassano con in panchina la coppia Lippi-Mourinho. Con tanto di fiocchetto e nastro rosso: Maradona testimonial osservatore, magari dopo avergli pagato la maximulta da 38 milioni di euro. Fantasie.
Il calcio è anche un business. E a noi converrebbe se davvero lo diventasse, cancellando in un colpo solo chi falsa le regole e il mercato, regalando ingaggi milionari all’ultimo degli sconosciuti calciatori caucasici. Siamo, per bacino d’utenza (cioè di tifosi), tra le prime società sportive al mondo. Ai preliminari di Champions lo stadio sarebbe stracolmo, non come a Torino dove gli spalti sono semi deserti se la Juventus non è almeno ai quarti di finale. Il San Paolo era “gremito fino ai limiti della capienza” (come diceva il compianto e mitico Ciotti) anche nella promozione dalla C alla B. Insomma, se proprio dobbiamo scegliere, meglio l’imprenditore bravo e capace (che ci vuole anche guadagnare) del mecenate generoso ma stupido. Ricordiamoci il “fosso” che ci siamo scansati prima di sprofondare in serie C (non scrivo il nome per evitare querele!) e teniamoci stretto De Laurentiis. Forza Aurelio, guadagnaci pure ma facci vincere.
Giuseppe Pedersoli

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