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“Se lo stadio Collana fosse stato a Salerno, non avrebbe mai chiuso”

Martedì l’incontro Regione-Comune. Le associazioni si sentono in balia di una battaglia politica. «Avevamo chiesto alla Regione di non chiudere l’impianto». Raccolte 500 firme per la riapertura.

“Se lo stadio Collana fosse stato a Salerno, non avrebbe mai chiuso”
La raccolta di firme al Collana per chiedere la riapertura dell'impianto

Martedì l’incontro decisivo

Riaprirà mai lo stadio Collana? La domanda viene ripetuta con sempre più insistenza. L’impianto del Vomero – ma che serve un’utenza che abbraccia molti più quartieri – è chiuso dallo scorso 25 gennaio. Quasi un mese. Nel frattempo, il Comune ha consegnato le chiavi alla Regione ma il bando che aveva assegnato la gestione all’associazione sportiva Ati (quella che fa capo, tra gli altri a Sandro Cuomo) è stato annullato. Il Collana è terra di nessuno. Non si sa ora che cosa accadrà. La speranza delle sessanta associazioni sportive che operano qui è riposta nell’incontro di martedì tra il Comune e la Regione, tra l’assessore Ciro Borriello il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola.

Raccolte oltre 500 firme per chiederne la riapertura

Domenica mattina, la Municipalità ha raccolto in piazza Quattro Giornate oltre cinquecento firme per chiedere l’immediata riapertura dell’impianto. La speranza è che la Regione – proprietaria dello stadio – restituisca per un periodo l’impianto al Comune, in modo da non perdere la l’intera stagione agonistica. Era il Comune a gestirlo fino al 25 gennaio. «Noi chiediamo – dice Paolo De Luca, presidente della Municipalità – che il Collana si riapra con la gestione del Comune. Altrimenti, u tempi si allungherebbero pericolosamente. Le avvocature di Regione e Comune sono al lavoro, non vorremmo dover attendere un nuovo bando e quindi l’assegnazione. Nel frattempo, gli utenti hanno diritto a fare sport. La speranza è che prevalga la ragionevolezza».

«Avevamo chiesto alla Regione di non chiuderlo»

In piazza Quattro Giornate, di domenica mattina, ci sono anche i rappresentanti di alcune associazioni. Raffaele Bevivino, di Atletica Vomero, dice: «Avevamo avvisato la Regione, avevamo chiesto di non chiudere l’impianto. C’era un giudizio del tribunale amministrativo che pendeva sulla vicenda. E infatti il Consiglio di Stato ha annullato il bando. Abbiamo inviato richieste ufficiali, non abbiamo mai ricevuto risposte. E un danno enorme. I più grandi riescono ad allenarsi al Virgiliano, ma non tutte le famiglie sono in grado di accompagnare anche i più piccoli. Qui al Collana ci sono sei-settemila iscritti cui è impedito di fare sport. La verità – dice con amarezza – è che se il Collana fosse stato a Salerno, non avrebbe mai chiuso. Basta dare uno sguardo all’elenco dei progetti finanziati per le Universiadi. Andate a vedere quanti riguardano Salerno».

«Si sapeva dell’irregolarità del bando»

Andrea Collana è presidente di “Ballando ballando” associazione di danza sportiva. «Non ho mai creduto che il bando vinto dall’Ati andasse a buon fine. C’erano motivi di illegittimità nel bando. Sono stati commessi molti errori. Il Comune sbagliò a suo tempo a non chiedere il rinnovo del comodato d’uso. Poi la Regione si è impuntata a non rinnovarlo per motivi politici. Così si è arrivati al bando della giunta Caldoro. Bando di gara che il presidente De Luca avrebbe potuto annullare appellandosi all’articolo 10 che prevedeva l’annullamento in caso di un evento straordinario che modificasse la programmazione. E le Universiadi sono un evento straordinario. Questa vicenda – aggiunge – si può sintetizzare con l’immagine del marito che litiga con la moglie e per la rabbia picchia i figli. Perché gli unici danneggiati sono gli utenti, gli sportivi che vedono compromessa la loro stagione».

Collana aggiunge che «noi associazioni non consorziate siamo disponibili ad affiancare il Comune, se dovesse tornare in possesso dell’impianto, nelle spese ordinarie». Sulla stessa lunghezza d”onda è Sara Miceli della società sportiva Libellula Napoli che si occupa di pattinaggio artistico. «Abbiamo un buon numero di atlete che sono impossibilitate ad allenarsi per disputare le gare. È incredibile. Noi siamo qui, al Collana, dal 1966. Ci hanno avvisato della chiusura con un cartello affisso all’ingresso».

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