Swiatek rivive il calvario del doping: «Mi gridavano di tutto, dicevano che ero depressa. Il Lego e i libri mi hanno aiutata»

Un caso simile a Sinner. Al Times: «Andavo in campo per dimostrare che stavo bene, invece di godermi il tennis». E poi parla della pasta panna e fragole: «Il mio piatto preferito, mio padre ci mette pure lo zucchero»

swiatek

Parigi (Francia) 04/06/2022 - finale Roland Garros / Swiatek-Gauff / foto Imago/Image Sport nella foto: Iga Swiatek ONLY ITALY

Iga Swiatek è stata per molti mesi una sorta di “diversamente Sinner”: numero uno del mondo del tennis, sospesa – solo un pochino – per doping. Alla fine s’è ritrovata a ballare proprio con Sinner nella serata di gala di Wimbledon: i due numero 1 vincitori, usciti dal tunnel dell’antidoping. La polacca ha scontato solo un mese alla fine dell’anno scorso, dopo un test positivo alla trimetazidina. Ha sempre negato ogni illecito e non è stata ritenuta responsabile di alcuna colpa o negligenza significativa, ma solo di aver subito una contaminazione attraverso l’uso di sonniferi. Però racconta al Times che è stato comunque “un calvario” e che la perseguita ancora.

“Non c’è stato un mese in cui non venissi giudicata, e questo si rifletteva sul comportamento del pubblico. A Madrid, c’erano tifosi che gridavano verso il mio box che avrei dovuto licenziare qualcuno, non è stato affatto facile. Mi avventuravo in campo per dimostrare che tutto andava bene, invece di giocare per me stessa e godermi il tennis.  Leggevo che stavo andando a pezzi, ricevevo ‘diagnosi’ di depressione, chiedevano il licenziamento della mia squadra, era tutto un po’ troppo”.

Swiatek e la pasta panna e fragole (con zucchero o senza)

Attribuisce la sua capacità di superare l’ansia della squalifica a Daria Abramowicz, la psicologa e confidente con cui ha iniziato a lavorare nel 2019. “Gli insuccessi sulla terra battuta, incluso quello di Roma, dove ho avuto prestazioni deludenti (sconfitta al secondo turno dalla Collins), sono stati una doccia fredda, che mi ha permesso di scrollarmi di dosso la tristezza e capire che soffermarmi sul passato non è la strada giusta. Sapevo che non pensavo al tennis come avrei dovuto quando ero in campo, che i miei pensieri stavano indebolendo la mia fiducia, portandomi a volte a combattere contro me stessa, non contro l’avversario. Prima della finale di Wimbledon, mi addormentavo pensando di alzare il trofeo”.

Racconta di essersi distratta grazie ai Lego e alla letteratura. “Leggere è il mio modo di riposare. Spesso, durante i tornei, faccio solo questo”. Poi dice che il suo piatto preferito è pasta con fragole e panna acida… Detta al Times anche la ricetta. E dice che il padre ci mette anche lo zucchero.

Correlate