Pogba al Monaco è una scommessa folle: non può più essere considerato un calciatore top (Le Parisien)

La sua ultima stagione completa risale al 2020-2021. Ma tra un anno c'è il Mondiale; e giocherebbe in un club che disputa la Champions per farsi rivedere da Deschamps.

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Mg Torino 07/10/2021 - Uefa Nations League / Belgio-Francia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Palu Pogba

Il Monaco ha offerto un contratto biennale a Paul Pogba, che non gioca da settembre 2023 a causa della squalifica per doping avuta quando militava nella Juventus. Ma sarà la scelta giusta per il club francese?

La folle scommessa del Monaco di puntare su Pogba

Le Parisien scrive:

Paul Pogba è ancora un calciatore di alto livello? Così com’è ora, no. La sua ultima stagione completa, vale a dire con più di 30 partite, risale al 2020-2021. D’altra parte, una cosa è certa: il centrocampista 32enne ama le sfide. Da venerdì, il nome del campione del mondo del 2018 è stato accostato al Monaco con un misto di eccitazione e scetticismo. Tra un anno inizierà la Coppa del Mondo, obiettivo del centrocampista. Sulla carta, ritornare in Francia (dove non si è mai evoluto come calciatore) e al Monaco sembra essere una buona idea. Starebbe in un club che partecipa alla Champions League, che è abituato ad accogliere ex stelle del calcio (Falcao, Fabregas). Avrebbe anche, naturalmente, più possibilità di attirare l’attenzione di Didier Deschamps. Il tecnico del Monaco Adi Hütter non sarebbe contrario a questa idea; è alla ricerca urgente di calciatori di questo calibro dopo aver visto la sua squadra barcollare in Ligue 1 e Champions in questa stagione. 

Il francese ha raccontato: «Con Mourinho non c’era comunicazione, sono caduto in depressione»

Nel 2016 torna allo United:

«Ero davvero triste quando ho lasciato Manchester all’età di 19 anni. All’inizio ho pianto. Tornare in questo club che mi stava molto a cuore è sempre stato il mio obiettivo». 

Lì si deteriora sempre di più il rapporto con l’allora allenatore del club, Jose Mourinho:

«Ero un giocatore con un ruolo importante nella squadra e improvvisamente mi sono ritrovato in panchina. Non potevo parlare, non c’era comunicazione. Non ero felice, e un calciatore che non è felice non può fare bene. Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto. Perché nessuno ci insegna cos’è la depressione. Fino al momento in cui ho cominciato a perdere i capelli. Non capivo cosa fosse. Mi hanno detto che era per lo stress».

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