Il Var non rende il calcio un prodotto migliore, ma lo rende più giusto (Sueddeutsche)
Il Var tedesco è uno scantinato popolato da persone "sedute davanti allo schermo, commettono errori e lo sanno". La perfezione e la velocità nelle decisioni non arriverà mai

Italian referee Federico La Penna checks the Video Assistant Referee (VAR) during the Italian Serie A football match Inter vs Torino on November 22, 2020 at the Giuseppe-Meazza (San Siro) stadium in Milan. (Photo by MIGUEL MEDINA / AFP)
Il Var non rende il calcio un prodotto migliore, ma lo rende più giusto (Sueddeutsche)
La Sueddeutsche finalmente realizza uno dei suoi sogni. Il quotidiano è riuscito ad entrare nella stanza dei bottoni del calcio tedesco. In realtà, come precisa fin dall’inizio il quotidiano, si tratta di uno scantinato e in Germania pochi altri scantinato hanno una reputazione peggiore. All’interno di questo scantinato, gli uomini seduti davanti a degli schermi “indossano magliette sportive traspiranti“.
Nella Sala Var di Colonia, “non è mai arrivato nessun raggio di luce naturale o di aria fresca“. In Italia, in Inghilterra, in Spagna o in Germania, la percezione non cambia. “Nella mente degli appassionati di calcio, la sede tedesca del Var è come una sorta di cantina degli hobby, in cui gli arbitri prendono decisioni secondo i loro capricci che solo pochissimi capiscono, oppure la vedono come un oscuro centro di potere in cui la Lega calcio tedesca (Dfl) e la La Federcalcio tedesca (Dfb) condannano la propria squadra preferita a perdere per sempre“.
In questa stagione tutti gli appassionati di calcio hanno capito una cosa. Gli episodi non sono mai uguali tra loro e ciò che ad occhi faziosi possono sembrare simili, nella realtà arbitrale governata da un protocollo c’è sempre di mezzo la discrezionalità dei direttori di gara. E infatti “i processi decisionali rimangono difficili da comprendere“.
Il caso studio preso dalla Sueddeutsche riguarda un episodio avvenuto in Bayern Monaco-Stoccarda.
“Nel bel mezzo della partita più importante tra Bayern Monaco e VfB Stoccarda, gli schermi degli assistenti video Benjamin Cortus e Mike Pickel diventano neri ogni pochi minuti, e talvolta la partita non si vede in nessuno schermo della stanza che dovrebbe monitorare lo svolgimento del gioco“.
Inizia da qui il racconto verso il magico mondo del Var tedesco:
“Lo staff tecnico inizia a lavorare ad una soluzione, ma alcune impostazioni delle telecamere nello stadio non funzionano. “C’è ancora qualcuno?” chiede a un certo punto un tecnico, ma nessuno risponde. Poi il Bayern segna 2-0. “Fuorigioco!” A Monaco Mark Borsch (il guardalinee in campo, ndr) grida in disparte, a Colonia entrano subito in azione, guardando attraverso tutte le prospettive sotto alta pressione, cercando di calibrare una linea – ma sfortunatamente la telecamera che sarebbe necessaria a questo scopo ha fallito. Nello stadio 75.025 persone aspettano una decisione da Colonia, Cortus e Pickel discutono lì, poi segue la consapevolezza: “Non possiamo fornire alcuna controprova” al giudizio dell’assistente allo stadio, la linea magica non può essere tracciata. Quindi: nessun gol, fuorigioco. O cosa?”
La morale della storia che sembra uscita da una fiaba di Esopo la dà la Sueddeutsche:
“Chi ha la sovranità nel calcio, l’uomo o la tecnologia? Le decisioni dovrebbero diventare più precise e affidabili. Tecnicamente comprensibili, non solo più umane. Studi internazionali mostrano un aumento del numero delle decisioni corrette dal 92 al 98% da quando è nata la Var. È sufficiente solo un tasso di errore del 2% per scatenare le critiche del pubblico. La perfezione è un’illusione perché ci sono persone al lavoro davanti a degli schermi. E prendono le loro decisioni in modo molto più personale di quanto ci si potrebbe aspettare“.
Come non pensare alle parole di Allegri dopo Genoa-Juventus.
In sala Var ci sono persone che “siedono davanti allo schermo, commettono errori e lo sanno“.
“Due punti sono chiari: il Var resterà perché non rende il calcio un prodotto migliore, ma lo rende più giusto. Ma la perfezione e la velocità illusorie promesse con noncuranza al momento della sua introduzione non arriveranno mai“.