Il pressing dell’Al-Ittihad per avere Salah suggerisce che nessun club è al sicuro. Quando Ronaldo si è trasferito lì, il mondo rideva. Adesso nessuno ride.

Il Telegraph è letteralmente terrorizzato dall’Arabia Saudita. La Premier rischia perdere un altra stella dopo la chiusura del mercato. In questi giorni è forte il pressing dell’Al-Ittihad su Momo Salah, ex Fiorentina e Roma, campione d’Europa con il Liverpool.
L’Arabia Saudita sarebbe disposta ad offrire 200 milioni per l’egiziano, a mercato chiuso in Europa (in Arabia chiude il sette settembre). Ma il Liverpool prova a resistere alle cifre astronomiche saudite. Il quotidiano, per contestualizzare il potere dell’Arabia, ricorda l’avvento di Abramovich nel calcio inglese. Dopo il suo arrivo, il vicepresidente dell’Arsenal, David Dein, allora disse:
«Roman Abramovich ha parcheggiato il suo carro armato russo nel nostro giardino e ci sta sparando banconote da 50 sterline».
I sauditi di oggi sono come Roman Abramovich di ieri. “L’Al-Ittihad non sta lanciando banconote da 50 sterline, ma lanciando un’intera raffica di artiglieria finanziaria nel tentativo di portare Salah nella Pro League saudita“. Continua il Telegraph:
“Quando Cristiano Ronaldo si è trasferito lì lo scorso dicembre, il resto del mondo rideva sotto i baffi, anche se si meravigliava dei soldi che avrebbe guadagnato. Nessuno sta ridendo adesso“.
Ceferin si è detto tranquillo rispetto all’assalto dei soldi sauditi:
“Secondo il presidente della Uefa Ceferin il campionato saudita «non è una minaccia, abbiamo visto un approccio simile in Cina» che «ha comprato giocatori a fine carriera offrendo loro un sacco di soldi». Sembra Nerone che cerca la sua lira“.
E ancora:
“Se Salah se ne va, nessun campionato o club europeo sarà al sicuro. Probabilmente non sono sicuri, comunque. Forse lo farà l’anno prossimo. Esiste già una massa critica di grandi giocatori in Arabia Saudita, il che significa che la minaccia è seria. Con la Saudi-Pro League assistiamo a una razzia di stelle di massa. Ovviamente giocatori da tutto il mondo vengono in Premier League perché è ben organizzata, ben gestita e la vita è bella in Inghilterra. E se i soldi sono migliori in Arabia Saudita e ci sono già abbastanza compagni di squadra, connazionali e campioni, allora li seguiranno“.