Diciotto nazionalità diverse in uno spogliatoio in cui si parla solo inglese. Mertens, Insigne e Koulibaly erano troppo calati nella città

Il Napoli di Spalletti sembra essere immune dalla pressione e forse, scrive la Gazzetta dello Sport, questo dipende dal fatto che i suoi giocatori sono meno contaminati con la città. A differenza di quanto accadeva con la precedente generazione dei giocatori del Napoli, come Insigne.
La forza del Napoli sta nella sua multiculturalità: nello spogliatoio ci sono 18 nazionalità diverse. La lingua ufficiale è l’inglese.
“Quella che poteva sembrare una torre di Babele, con giocatori di 18 nazionalità diverse, compresi gli italiani, si è rivelata una scelta oculata e vincente della società: sono stati ingaggiati giocatori di qualità e anche uomini di
personalità, senza preoccuparsi della comunicazione del gruppo. Perché alla fine il linguaggio usato è quello del
campo e dei campioni”.
“Alla fine proprio l’inglese è diventata la lingua ufficiale in casa Napoli, a Castel Volturno. Poi c’è chi lo parla meglio e chi peggio, ma non essendoci madrelingua per assurdo la comunicazione diventa più semplice. I risultati sul campo dimostrano che fra loro si capiscono benissimo. I giocatori da parte loro stanno imparando un minimo di italiano, una sorta di manuale di sopravvivenza in caso di difficoltà logistiche”.
La differenza, come premesso sopra, la fa la minore contaminazione con la città.
“Ma questa nuova generazione di professionisti vive in maniera diversa, più ritirata. Per assurdo ha meno contaminazione con la città. Non che questo debba avere per forza una accezione negativa. Ma per certi versi i
paragoni col passato, anche recente, fanno riflettere. Qui non si tratta di criticare chi ci stava prima, ma un capitano napoletano “sentiva” più di ogni altro la pressione ambientale. Così come altri campioni – pensiamo a Mertens che ha chiamato il figlio Ciro, o a Koulibaly sempre “calato” nella socialità della città – alla fine rischiavano di restare coinvolti emotivamente da una città che trasmette tanta passione. E l’emotività, porta spesso a soffrire oltremodo la pressione”.