De Zerbi: «Il Napoli può vincere la Champions, Spalletti il più bravo della Serie A»
L'intervista sul Corsport: «Raspadori è un giocatore vero. Sono di Brescia, non potrei mai allenare l'Atalanta»

Db Milano 24/11/2021 - Champions League / Inter-Shakhtar / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Roberto De Zerbi
De Zerbi. Il Corsport, con Xavier Jacobelli, propone l’integrale dell’intervista concessa a Sportitalia. De Zerbi, allenatore del Brighton, parla anche del Napoli.
Spalletti
«Ho un buon rapporto con Luciano. Secondo me è l’allenatore più bravo della Serie A perché è sempre coerente e chiaro con la sua idea di calcio, pur cambiando squadra e interpreti. Tutti i tecnici si tengono aggiornati e fanno visita agli amici: mi fece piacere quando venne a Sassuolo».
Il Napoli può vincere la Champions League?
«Sì. Per i giocatori che ha e per il modo in cui gioca, sì».
Allenerebbe l’Atalanta?
«Sono bresciano, porto in campo dentro di me il ragazzo che andava in curva a tifare per il Brescia. Nella mia vita ho fatto di tutto: tifoso, raccattapalle, giocatore e allenatore. Io all’Atalanta? Non si può».
Raspadori? Prima di tutto è un giocatore vero. Io lo vedo centravanti, prima punta: dentro l’area ha la capacità di essere decisivo. Dentro o sinistro, lui batte i corner allo stesso modo con entrambi i piedi. Mancini è uno di quelli che ha creduto di più in lui».
Visto dalla Premier League, che cosa sta succedendo a Cristiano Ronaldo? Ha rotto fragorosamente con il Manchester United e, in polemica con Rangnick e con ten Hag ha sbottato: “I nuovi allenatori pensano di aver scoperto l’ultima Coca Cola nel deserto…”.
«Se se l’è presa con i nuovi allenatori, avrà avuto i suoi buoni motivi. Il suo sfogo? Di certo lo covava da tempo poiché le sue parole sono state pesanti. Forse si è sentito trattato male quando ha vissuto il dramma della perdita della figlia. La rabbia e il tono che ha usato sono comprensibili».
«Non credo che la Serie A sia così in ritardo rispetto alla Premier. Lo è certamente quanto a strutture, stadi, centri sportivi. Calcisticamente siamo diversi rispetto al campionato inglese. Viviamo il calcio in maniera differente, ma succede lo stesso in Sudamerica. Tuttavia, a livello tattico gli allenatori italiani sono molto preparati: è difficile giocare contro le loro squadre».