Dotto: Dybala ha scelto la Roma perché sa che vincere lì è diverso da qualsiasi altra parte del pianeta

Sul CorSport. Ora scoprirà realmente cosa vuol dire essere amati. I sette anni alla Juve? Sette nani. Polvere del tempo. Forse mai esistiti

Dybala

Db Milano 32/01/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paulo Dybala

Sul Corriere dello Sport Giancarlo Dotto commenta la scelta di Paulo Dybala di indossare la maglia della Roma. Definisce i Friedkin “gli uomini dei sogni”. Hanno portato in giallorosso José Mourinho e ora anche l’argentino, due cose che “fanno il paradiso della Roma calcistica di oggi”.

“Ieri Mourinho, oggi Dybala, domani lo stadio e chissà. Già così, la proprietà più romanista di sempre. La più capace di ascoltare i muscoli cardiaci della città giallorossa. L’avranno studiato, Dan e Ryan, nelle università americane da cui provengono, tra Washington e Dallas?”.

Ma tutto questo, senza José Mourinho, scrive Dotto, non sarebbe stato possibile. E’ lui che con una telefonata ha convinto Abraham, Matic, Celik e ora anche Paulo, che ha ceduto. Un obiettivo che l’allenatore si era posto da Roma-Juventus di campionato.

“José è ancora lì che zufola e Dybala è già in volo per il Portogallo scortato dalla sua nuova ombra, Tiago Pinto. Non ci era sfuggito quella sera all’Olimpico. Alla fine di un Roma-Juventus da incubo, José Mourinho avvicina Dybala, il più illuminato dei suoi carnefici di serata, e gli soffia in un orecchio: “Mi piacerebbe tanto un giorno allenare un talento come te…”. Dybala sorrise, non sappiamo cosa gli rispose. A occhio e croce non fu un “vaffanculo José, sei fuori di testa””.

Da allora Mourinho non ha smesso di insistere, non ha dato pace ai Friedkin, a Tiago Pinto e a Dybala, fino a che non ha ottenuto quello che voleva.

“I sette anni alla Juve? Sette nani. Polvere del tempo. Forse mai esistiti”.

La scelta dell’argentino è la migliore possibile, sia per lui che per la Roma.

“La Joya e la Roma. La migliore scelta possibile per entrambi. Il nuovo divino Paulo, probabile futuro re di Roma, deve sapere cose che certamente già sa se ha fatto questa scelta. Che vincere a Roma, con la Roma, non è la stessa cosa in nessun’altra parte del pianeta. Il resto è tutto nella testa del ragazzo. Nella sua disposizione a una vita da eroe piuttosto che da comprimario. Solo a Roma, nella Roma, cioè adesso, scoprirà realmente cosa vuol dir essere amati. Fino ad oggi ha solo creduto di saperlo”.

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