Ahn: «Dopo il gol all’Italia nel 2002 Gaucci mi cacciò dal Perugia. Disse che avevo rovinato il calcio italiano»

Alla Gazzetta l'autore della rete che eliminò l'Italia dal Mondiale: «Moreno può aver sbagliato, ma la mia Corea meritava. Agli italiani dico: non odiatemi più»

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Il 18 giugno del 2002 un suo gol di testa al 117′ condannò l’Italia. La Nazionale di Trapattoni uscì agli ottavi del Mondiale, contro la Corea. Prima di quel gol, Buffon gli aveva parato un rigore. Oggi la Gazzetta dello Sport lo intervista. Parliamo di Ahn Jung-hwan. All’epoca giocava nel Perugia. Oggi è un commentatore televisivo tra i più apprezzati in Corea.

“Sono passato dall’inferno al paradiso nella stessa partita. È stata una partita speciale per me e per il mio Paese. Nessuno credeva che potessimo riuscire a battere l’Italia. Dopo tutto questo tempo, si parla ancora delle decisioni arbitrali. Credo basti guardare la preparazione che avevamo, il nostro modo di giocare. Hiddink ci aveva reso una squadra forte sia fisicamente che psicologicamente. Non avevamo paura di nessuno”.

La decisione di Byron Moreno influì sul risultato finale della partita?

“Abbiamo sempre rispettato le decisioni degli arbitri, sono definitive e irrevocabili. Indipendentemente dal fatto che Moreno possa aver commesso degli errori, senza il Var ogni fischio era un problema. Noi accettavamo tutto, anche se a volte il risultato era doloroso. La verità è che abbiamo preparato bene la gara con l’Italia. Avevamo analizzato nel dettaglio ogni giocatore azzurro”.

Nel Perugia era arrivato nel 2000. Fu cacciato dopo quella partita della Nazionale.

“Fui costretto ad andarmene dal Perugia. Gaucci annunciò che non mi avrebbero più pagato lo stipendio. Disse che avevo rovinato il calcio italiano con quel gol. Nonostante tutto, non ho rimpianti”.

Fino al 2002 aveva giocato solo 30 partite in due stagioni, stava spesso in panchina. La sua carriera fu segnata indissolubilmente da quel gol contro l’Italia.

“Oggi a tutti gli italiani dico, non odiatemi più, per favore. Come giocatore della Corea ho solo combattuto per il mio Paese, senza voler colpire nessuno. In Italia mi sono trovato benissimo e ho sempre lavorato più duramente degli altri. Volevo soltanto ripagare la fiducia dei miei tifosi con quel gol al Mondiale contro gli azzurri”.

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