Tiger Woods il mito che ritorna sempre. È tornato a giocare a golf dopo 508 giorni
Sul Paìs. Si trattava del periodo di riposo più lungo della sua intera carriera. È l'atleta mentalmente più duro nella storia del golf

«Il risuscitato», lo definisce El Paìs. «Il mito che ritorna sempre». Gli spagnoli descrivono i ventisei anni di carriera di Tiger Woods, tra le cinque operazioni alla schiena e le cinque al ginocchio, tra la dipendenza dagli oppiacei e gli scandali coniugali. È tornato tante volte, Woods. Eppure, nessun ritorno è stato così.
El Tigre è tornato a giocare una partita ufficiale di golf questo giovedì dopo 508 giorni. Si tratta del periodo di riposo più lungo della sua intera carriera (non ha gareggiato per 469 giorni tra agosto 2015 e dicembre 2016), 14 mesi dopo essersi distrutto la gamba destra in un incidente stradale a Los Angeles. Che l’abbia fatto a 46 anni, con il corpo ammaccato da dalla ferita, dimostra che è l’atleta mentalmente più duro nella storia di questo sport.
La descrizione della partita di Woods.
508 giorni dopo è tornato in campo in un torneo ufficiale. Era lo stesso divoratore di sempre, ma il suo corpo aveva una cicatrice ancora più grande delle precedenti, una cucitura che lo costringeva a fare oscillazioni diverse, condizionate dalla mobilità ridotta. I suoi gesti sono sofferenti. Il campione si muove lentamente, a fatica, come se irrompesse dentro, sopportando il dolore alla gamba e anche all’anima, perché Tiger ha spinto al limite la sua resistenza fisica ma niente gli fa più male del non essere Tiger.