Mancini non ha digerito alcuni frettolosi ritiri dalla Nazionale per leggeri infortuni. Era in ballo il Mondiale
Sul Messaggero. Quanti degli "indisponibili" saranno regolarmente in campo nel weekend? Da settembre in 20 hanno marcato visita, i casi più eclatanti Sensi e Zaniolo

Db Firenze 02/09/2021 - qualificazioni Mondiali Qatar 2022 / Italia-Bulgaria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Roberto Mancini
Roberto Mancini non ha digerito i tanti frettolosi ritiri degli azzurri dalla Nazionale per infortuni. Era in palio la qualificazione al Mondiale (sul Napolista abbiamo paragonato la fuga degli azzurri alle occupazioni studentesche di un tempo). Si chiede quanti di quelli che hanno disertato l’appuntamento saranno regolarmente in campo questo weekend. Lo scrive Il Messaggero.
“Come altre volte capiterà che diversi giocatori, non disponibili per la Nazionale fino a tre giorni prima, invece scenderanno in campo coi loro club, smaltendo d’incanto i problemi che avevano accusato in azzurro, o che li avevano costretti a rifiutare la convocazione. Mancini ha preso nota, valuta, riflette, non senza un pizzico, anzi, un bel po’ di amarezza“.
Il ct “a questo giro si aspettava un po’ più di rispetto per la Nazionale campione d’Europa”.
Nelle ultime tre convocazioni di Mancini, ci sono stati 20 giocatori che hanno lasciato il ritiro per infortuni banali, “affaticamenti, indurimenti, contratturine e influenzine varie” e che poi nel successivo turno di campionato erano in campo con i loro club come se nulla fosse. Addirittura Zaniolo, ad ottobre, si è tirato fuori prima ancora di essere convocato.
L’unico infortunato serio è stato Pessina, e anche Belotti, Chiesa e Verratti si sono trascinati diversi problemi anche nei club. A settembre ci fu addirittura il caso Sensi.
“Altri, dopo, sono stati più discreti e furbi, poi hanno giocato lo stesso: presi tra Scilla e Cariddi, tra le esigenze del club e della Nazionale, hanno compiuto l’unica scelta possibile di sopravvivenza (ormai i calciatori sono totalmente ostaggio dei club: più vengono pagati, più devono obbedir tacendo). Pochi benemeriti, come Barella, hanno invece giocato in Nazionale pur essendo a rischio di infortunio, anche perché le alternative erano sparite. Per questo i tecnici azzurri da domani rideranno amaro alla lettura delle formazioni della A, mentre continueranno a seguire le partite nella vana speranza che spunti un talento buono per il futuro”.