Sconcerti: nelle scuole calcio il talento è sacrificato alla quota di iscrizione, manca la selezione

Sul CorSport: Ecco perché non si trovano più campioni. E nessuno certifica la capacità degli insegnanti. Anche Coverciano è una chiesa chiusa: entrano solo ex calciatori 

nelle scuole calcio papà

Sul Corriere della Sera Mario Sconcerti commenta la trasformazione dell’Italia di Mancini. Abbiamo vinto l’Europeo giocando un calcio diverso, fatto di scatti e rincorse, ora, invece, siamo uguali agli altri. Con l’aggravante di non avere abbastanza giocatori per essere una squadra imbattibile, forte.

“Il calcio italiano è soffocato dagli stranieri, sono ormai quasi sette ogni dieci giocatori”.

“l’unico centravanti italiano nelle prime dieci squadre italiane è Immobile, gli altri sono tutti stranieri”.

Non abbiamo più registi, e come difensori centrali abbiamo solo tre giocatori di 37, 34 e 33 anni. “Niente alle loro spalle”.

Perché non nasce più la vecchia, grande, qualità italiana? Si domanda. Incide il cambiamento di abitudini dei giovani,

“l’arrivo della Rete, i telefonini, con tutte le loro conseguenze. C’è una cultura complessiva diversa del calcio. Una squadra non rappresenta più una città, ma la voglia personale di vincere di chi la segue. C’è più rabbia che piacere. E la comunicazione è sempre più di parte. Non è più un mondo comune, orizzontale. Le società sono persone estranee, non comunicano più, non parlano alla loro gente”.

Eppure i campioni dovrebbero continuare a nascere, scrive. Ma il problema è nello scouting.

“Qui si entra nella parte più resistente e grigia del calcio: è solo autoreferente. Parla da solo. Non si confronta. I bambini-ragazzi vengono messi in mano alle scuole calcio dove pagano per poter giocare. Il talento è sacrificato alla quota, giocano tutti perché tutti hanno pagato. Hanno diritto, quindi manca la selezione iniziale. Lo sport non è democratico, democratico è muoversi, poi giocano i migliori. E nessuno certifica, esamina, seleziona, la capacità dei settemila insegnanti. La stessa Coverciano è una chiesa chiusa. Entrano solo ex calciatori, i corsi sono brevi, la visione del mondo non si allarga mai”.

 

 

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