La Vanguardia: “A Barcellona tremavano all’idea che arrivasse Pirlo”
"Il merito di Xavi è senza dubbio di aver detto di sì. Porta la serenità di un alieno. E non ha vissuto la tortura del 2-8 sulla sua pelle"

Lg Losail (Qatar) 17/03/2016 - prove libere Moto GP - Qatar / foto Luca Gambuti/Image Sport nella foto: partita amichevole calcio Xavi Hernandez
Nell’oceano di retorica trionfalistica che ha accolto il ritorno di Xavi a Barcellona, si distingue un editoriale di Joan Josep Pallas su La Vanguardia. Il quotidiano calatano scrive che “Se qualcosa fa venire l’orticaria a Barcellona, è l’unanimità, di qualunque cosa si parli. Quindi questa fiduciosa presentazione del nuovo allenatore costituisce un’oasi di pace, tutto sommato non disprezzabile per un club che ha bisogno di tonnellate di Trankimazin per far fronte alla crisi”.
Però, scrive La Vanguardia, “l’adulazione indebolisce”. “Il merito di Xavi è senza dubbio di aver detto di sì”.
“Ha vissuto per sei anni nel Golfo Persico, incontaminato. Non ha sperimentato la tortura sulla sua pelle (il 2-8 di Lisbona, la mediocrità, gli acquisti inutili)”. Ha “la serenità mentale di chi viene da un altro pianeta, provocando nei destinatari del messaggio una speranza o il senso di una finzione”.
“Nel club si tremava all’idea di ingaggiare Andrea Pirlo o Marcelo Gallardo per sostituire Koeman, due alieni ai comandi di una nave il cui manuale di istruzioni non viene mai compreso alla prima lettura. Nemmeno alla seconda. Xavi è nato con la guida sotto il cuscino. Questo è il suo grande vantaggio. Forse solo lui, tra i grandi allenatori senza panchina, poteva generare l’effetto di rivoluzione che serviva”.