Il presunto razzista Cala: «Mi stanno linciando, è un circo. Diakhaby o se l’è inventato o ha capito male»

Il giocatore del Cadice accusato di aver chiamato "fottuto negro" Diakhaby: "Ho vissuto con cinesi, sudafricani... Sono sotto shock. Non esiste più la presunzione d'innocenza?"

Razzismo Diakhaby Valencia

Cadice-Valencia non è finita proprio per niente. Diakhaby accusa ancora dritto per dritto Juan Cala di averlo chiamato “fottuto negro”. Il quale però parla a sua volta e contrattacca:

“Dovremmo essere ancora in Occidente. Non so cosa sia successo alla presunzione di innocenza. Nessuno merita questo linciaggio pubblico. Da domenica il mio avvocato raccoglie materiale per avviare un’azione legale. Ma ho anche ricevuto messaggi di supporto, perché il linciaggio che sto subendo. Tutto ora è pura demagogia”.

“Non appena la partita è finita, ho detto al presidente che volevo parlare e spiegarmi. Mi mi ha detto che sono già stato processato. Non c’è razzismo nel calcio spagnolo. Non ho problemi a stare con lui. Quello che si è formato attorno a questa storia è un circo”.

Ho vissuto con cinesi, sudafricani. Sono stato in Guinea con Kanoute e Benjamin. È uno spettacolo incredibile quello che sta succedendo. Sono sotto shock. Siamo nel calcio senza pubblico. Ci sono 20-25 telecamere, microfoni, giocatori, arbitri… e nessuno sente niente?”.

“Non so se Diakhaby se lo sia inventato, o se ha interpretato male… non lo so”.

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