“Non abbiamo peso politico, gli arbitri ci massacrano”, la lettera dell’azionista Juve è un capolavoro di distacco dalla realtà

Incredibile tirata contro Andrea Agnelli: "Uefa e Figc mandano ad arbitrare dei sicari. La Juve dà fastidio, tv antijuventine senza contraddittorio"

Fantozzi

E’ davvero un mondo meraviglioso, quello del pallone. Soprattutto quello travestito da alta finanza. Un mondo in cui vale tutto e il contrario di tutto. In cui un tifoso, anzi un azionista della Juventus, tale Andrea Danubi, sente il dovere di scrivere una lettera ufficiale al presidente Andrea Agnelli per spronarlo ad alzare la voce perché “La Juve mediaticamente ha poco peso politico“. Anzi di più: gli arbitri massacrano la Juventus, vittima poi in tv di moviolisti di parte che senza contraddittorio “sprizzano antijuventinismo da tutti i pori”.

La lettera è un capolavoro di distacco dalla realtà. Uno sfogo che dimostra la sindrome di accerchiamento di cui soffre una buona parte del mondo Juventus, a cominciare dai suoi vertici. Talmente spudorata da sembrare una presa in giro.

L’azionista rimbrotta Agnelli, gli dice che dovrebbe “prendere una posizione chiara. E assumere una diversa linea strategico-mediatica. Come fece 8 anni fa, per difendere Antonio Conte dal processo per le scommesse”.

Che è successo? Cosa scatena una tale presa di posizione (“la misura è colma!”)?

“Al fischio finale di Crotone, dopo quello scempio arbitrale che ha deciso la partita, lei doveva imporre il silenzio totale a tutti i tesserati (che paradossalmente avrebbe portato molta attenzione sul caso arbitrale, più di mille parole) e indire una conferenza stampa per il giorno successivo, lei e i suoi dirigenti. Alle sue spalle uno schermo, con i filmati. Non solo della gara in terra calabra, intendiamoci. Anche di Juve-Lione, di Juve-Bayern eccetera. E usare toni durissimi contro la Figc e la Uefa che ci mandano i loro sicari. La Juventus dà fastidio. Ci hanno sempre odiato, dai tempi di Sivori e Boniperti. Carraro e Collina sono due fulgidi esempi in tal senso. È ora di finirla. Una competizione che porta un giro di soldi pauroso, nella quale il nostro club gioca un ruolo fondamentale, non può esser decisa da incapaci/prevenuti e soprattutto non può essere condizionata da disegni mirati ad abbatterci“.

Danubi non è un ultrà, è un azionista. E scrive di aver “già ricordato, in sede assembleare, cosa ha rappresentato calciopoli, come è stata orchestrata”.

Il passaggio chiave della lettera è il seguente:

Non serve molta fantasia per capire chi ha le leve del potere calcistico. Noi lì non ci siamo. Dal punto di vista politico non abbiamo peso. Né sul piano dei calendari né su quello arbitrale. Non parliamo poi del rapporto con le nazionali. Dal punto di vista mediatico non esistiamo, facciamo passare qualsiasi cosa. Permettiamo a qualunque Spadafora della situazione di metter bocca su tutto, di offendere i nostri tesserati. Lasciamo che i media offrano ricostruzioni faziose e artificiose senza contestarle (vedi Juve-Napoli, vedi il caso Suarez). Lasciamo moviolisti di regime a raccontare immagini da loro  scientemente selezionate ad arte, senza che mai un nostro dirigente, o un nostro ex giocatore – opinionista sia in grado di obbiettare. Nelle TV un contraddittorio a nostro favore è impensabile. I vari Bergomi di turno sprizzano antijuventinismo da tutti i pori”.

Agnelli non si rende conto “di quello che deve soffrire, in tal senso, il popolo bianconero”. Anzi, “se lo fa scorrere addosso”.

Lo stile non è farsi prendere in giro dai De Laurentiis, Pistocchi o dagli Ziliani di turno. Lo stile è fermezza, è tutela di un nome, di un mito, di un popolo innamorato, e – più prosaicamente – dei propri clienti e del marchio. Lo stile è anche stiletto, quando serve. Guardi che non si deve preoccupare di eventuali ripercussioni nel palazzo: peggio di così non può andare”.

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