Fornero: “Il calcio non è un diritto, andava chiuso prima delle scuole”
A La7: "Mancini sbaglia. La sua frase è estremamente infelice perché dà un messaggio sbagliato. Sono molto amareggiata dalla decisione di De Luca"

L’ex ministro del governo Monti, Elsa Maria Fornero, si è scagliata contro il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ma anche contro il ct della Nazionale, Roberto Mancini. EOspite a La7, ha criticato duramente la decisione del governatore di chiudere le scuole.
“Credo che la grande maggioranza degli italiani si sia comportata molto bene, purtroppo c’è ancora un nucleo di persone che sminuisce il problema, deridono, negano e questi fanno un gran male. Vorrei dire che sono molto amareggiata della decisione di De Luca di chiudere le scuole. Avrei due domande per il governatore. Prima: era veramente la prima cosa da chiudere la scuola? Non si poteva pensare a chiudere altro, prima? Secondo: una curiosità che ho. Il problema della scuola è strettamente connesso con quello dei trasporti, visto che all’interno delle scuole i contagi sono molto pochi. Avevamo tanti pullman in giro, tante società private di trasporto per il turismo che c’era in estate, perché non si è pensato all’uso di quelli, magari con percorsi alternativi, per le scuole?”.
La Fornero non si è fermata a De Luca. Ha criticato anche il ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini. Il pretesto per farlo sono i negazionisti.
“Il loro numero è anche alimentato da certi irresponsabili della politica che mostravano tranquillamente di fare a meno della mascherina in occasioni pubbliche. Ma l’esempio conta, perché può convincere diverse persone. Il Covid non è un’influenza. Ho sentito chi ha sperimentato la malattia, è tragica. Un’altra frase che ho trovato estremamente infelice è quella di Mancini, l’allenatore della Nazionale, che dice: “La scuola è un diritto, ma anche il calcio”. No, un Paese che pensa questo sbaglia. E anche un allenatore che pensa questo sbaglia. Dà un messaggio sbagliato. Avrei cominciato col calcio, meglio chiudere il calcio prima di chiudere le scuole. Qui si gioca con il futuro del Paese”.