CorSport: il calcio di Balotelli al razzismo non ha cambiato niente

Mario si è trovato solo più solo. A forza di distinguere, di esitare, di sperare di svegliarci, ci siamo trovati a respirare un calcio tossico

razzismo

Se abbiamo pensato anche solo per un attimo che quel calcio al pallone di Balotelli, a Verona, potesse cambiare qualcosa, siamo stati smentiti dai fatti. Lo scrive Marco Evangelisti sul Corriere dello Sport.

“Siamo punto e a capo. Balotelli aveva chiesto giustizia, con quel calcio nel vuoto. In tanti avevano chiesto giustizia. Hanno ottenuto un frammento di Bentegodi chiuso. Quelli che hanno sbavato offese, quelli che non s’indignano, se credono mescoleranno i biglietti e si piazzeranno altrove. Stesso stadio, stessa implacabile volgarità”.

Del resto, è già successo giovedì all’Olimpico. Per Lazio-Celtic hanno chiuso la curva ma gli ultras si sono accomodati altrove. Come se nulla fosse.

Balotelli oggi tornerà in campo con la consapevolezza di non avere cambiato il mondo, anzi, dopo aver scoperto di essere più solo di quanto immaginasse.

Gli ultrà del Brescia, che dovrebbero essere suoi complici, hanno rivendicato il diritto di giudicarlo arrogante e in fin dei conti di insultarlo.

Scrive Evangelisti:

“A forza di distinguere, di esitare, di sperare di svegliarci, ci siamo trovati a respirare un calcio tossico. Non sappiamo chi punire per primo e aspettiamo ogni volta la discriminazione successiva, contando che sia quella giusta per cominciare e che troveremo il coraggio”.

Il calcio che non agisce, conclude,

“può mimetizzarsi nella nebbia gelida di un enorme, velenoso problema culturale”.

 

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