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Il comunicato degli ultras del Brescia: “Balotelli, Keep calm and… suda la maglia”

L’arroganza che sembra trasparire di continuo dalla sua persona non è giustificabile, soprattutto quando la porta in campo e diventa motivo di destabilizzazione, tensione e imbarazzo

Il comunicato degli ultras del Brescia: “Balotelli, Keep calm and… suda la maglia”

Il gruppo 1911 del Brescia attacca Mario Balotelli.

Lo fa con un lunghissimo comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale. In esso gli ultras scrivono che il razzismo “esiste, esisteva ed esisterà sempre”, che si sta addirittura allargando

“anche grazie all’ignoranza generale, alle paure di un futuro sempre più incerto, e soprattutto grazie a chi lo legittima e lo giustifica, magari proponendo/emanando leggi liberticide contro gli Ultras”.

Non si capisce però perché i media, le istituzioni e i vertici del calcio italiano

“abbiano iniziato solo ora a gridare allo scandalo, e denuncino solo una parte del problema, molto più complesso di quanto si voglia far credere”

Dal momento che si dice che lo stadio è lo specchio della società, scrivono, non ci si dovrebbe stupire di fronte a

“certe manifestazioni plateali, provocatorie e apparentemente razziste”.

Gli ultras ammettono di avere avuto

“opinioni discordanti (rispetto a chi lo definisce una vittima sacrificale) e poco lusinghiere sul suo conto fin da prima che indossasse la nostra Maglia”

di avere avuto molte perplessità su di lui, anche perché sono note le sue “balotellate”, dentro e fuori dai campi di calcio. Ciò nonostante, scrivono, non

“lo abbiamo osteggiato o denigrato quando è arrivato a Brescia; al contrario, lo abbiamo accettato e rispettato come tutti gli altri giocatori del Brescia che indossano la nostra Maglia, calciatori meno famosi di lui, ma che hanno dimostrato – fin da subito – passione e spirito di sacrificio”

Ma il fatto che abiti a Brescia e indossi la maglia della squadra

“non lo eleva al di sopra di tutto e di tutti, e l’arroganza che sembra trasparire di continuo dalla sua persona non è giustificabile, in particolar modo quando la porta in campo e diventa motivo di destabilizzazione per la squadra e di tensione e d’imbarazzo per la tifoseria”

Gli ultrà spiegano di riferirsi al gesto del dito medio in direzione dei tifosi dell’Inter per un coro

“forse offensivo e provocatorio, ma di certo non razzista”

e anche al fotografo a cui Mario ha rotto la macchina fotografica.

Detto questo, dicono,

siamo estremamente convinti che Balotelli a tutti gli effetti sia italiano, e – per quanto ci riguarda – perfino bresciano (sebbene abbia sempre ostentato la sua passione per il Milan), ma lui deve convincersi di una cosa: proprio perché gioca nel Brescia da bresciano, la sua dedizione alla causa e il suo impegno devono essere pari – o addirittura superiori – a quelli dei suoi compagni (che fra l’altro non devono farsi perdonare un passato a dir poco… sopra le righe), soprattutto devono essere maggiori di quelli profusi fino ad oggi, e con questo naturalmente non ci riferiamo ai soli due gol fatti, oltretutto ininfluenti”.

A loro importano solo

“lo spirito di sacrificio, la passione, il rispetto, le motivazioni, la Maglia sudata, concetti che al momento parrebbero a lui sconosciuti (per questo ci auguriamo di essere presto smentiti)”

Pretendono da Balotelli un impegno totale, finché vestirà i loro colori. Oltretutto, aggiungono,

“nessuno ha mai fatto pressione su di lui, quindi il nervosismo che lo attanaglia e lo trasforma in negativo ogni volta che scende in campo (non solo a Verona) è ingiustificato, almeno per noi”

Se non era pronto psicologicamente ad affrontare una tifoseria come quella veronese e una partita così delicata come quella di domenica

“doveva dirlo e lasciare il posto a qualcuno meno… nervoso di lui; nessuno si sarebbe incazzato, anzi…”

Non era la prima volta che giocava a Verona, scrivono, doveva sapere bene com’era la tifoseria. Inoltre,

“ci confermano che le provocazioni nei suoi confronti sono state davvero marginali (lo ha poi ammesso pubblicamente perfino lui), e noi sappiamo benissimo quanto possano scadere in provocazione i tifosi scaligeri (del resto, a torto o a ragione, di questa peculiarità ne hanno sempre fatto un vanto)”

Questo non significa, chiariscono, che quei cori siano legittimi e accettabili, ma nemmeno che i tifosi del Verona siano razzisti.

Gli ultras concludono di essere pronti a ripartire già da sabato e dal Balotelli dell’estate

“cioè con il giocatore che aveva dichiarato di avere messo la testa a posto, di amare la nostra splendida città, e di voler dare il massimo per cambiare (ovviamente in meglio) la storia biancoblù degli ultimi anni”

Ancora, gli ultras bresciani chiariscono di non voler passare da simpatizzanti filo-veronesi ma dichiarano che

“per quanto opinabili, le dichiarazioni personali nel post partita di uno dei leader della Curva veronese non possono giustificare la caccia alle streghe scatenata da media e Istituzioni nell’ennesimo tentativo di criminalizzare e infine giustiziare l’intero mondo Ultras”

Come pure condannano il daspo applicato dal Verona

“a un suo tifoso storico, che ha avuto l’ardire di esprimere nel post partita un pensiero forse molto forte (da noi oltretutto non condiviso, come abbiamo già spiegato), ma che sicuramente c’entra poco o nulla con lo stadio e il tifo in generale”

Personaggi pubblici e politici usano oggi un linguaggio non convenzionale e a loro nessuno applica il codice etico. Per questo, pur condannando qualsiasi provocazione palesemente ostile e discriminatoria nei confronti dei calciatori del Brescia, esprimono la loro solidarietà

“a chi ha subito l’ennesimo provvedimento liberticida, questa volta non dalla Questura, che evidentemente non ha ritenuto così grave l’atteggiamento suddetto, ma dalla propria società”.

 

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