Var, ai tifosi allo stadio chi ci pensa? In Premier vogliono audio e video sugli spalti

Sul Guardian: non c'è solo il pubblico davanti alla tv. Martedì prossimo incontro tra FSA e Premier League

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I giocatori, gli arbitri, i giornalisti, persino i telespettatori. La Var è cosa loro. Si consuma tutto davanti a uno schermo, che sia il monitor a bordo campo, o quello dei replay su cui si imbastiscono ore e ore di analisi e chiacchiere annesse. E poi ci sono i tifosi “old style”, quelli che ancora vanno allo stadio, e che durante la partita restano spesso imbambolati ad ogni sospensione Var, senza sapere cosa sta succedendo, perché e per come. In Inghilterra, dove la Var è calata quest’anno e in un paio di mesi ha già quasi raggiunto livelli italiani di isteria di contorno, hanno cominciato a porsi il problema.

Negli stadi inglesi ormai si tifa per la propria squadra, contro l’avversario e poi tutti assieme si cantano i cori anti-Var. Martedì prossimo – scrive il Guardian – è in programma un primo incontro tra la FSA (la federazione dei tifosi) e la Premier League. Perché pare a tutti evidente che anche le misure attualmente in atto per aiutare i tifosi, come i replay delle decisioni cambiate dalla Var, non siano utilizzate correttamente.

“Quando il gioco viene interrotto – dice un portavoce della FSA – c’è una netta mancanza di comunicazione nel trasmettere informazioni ai fan sugli spalti, che sono spesso lasciati a grattarsi la testa. Di conseguenza la maggioranza dei tifosi ritiene che la Var abbia attualmente un impatto negativo sul gioco, indipendentemente dal fatto che le decisioni vadano a favore della propria squadra o contro”.

In Inghilterra “riportare i tifosi allo stadio” non è più un problema, semmai ora si pongono la questione di come “coccolarli”, e farli sentire protagonisti anche delle decisioni arbitrali che vengono prese sotto i loro occhi, dal vivo.

La Premier League attualmente consente di comunicare le informazioni sulle decisioni Var in due modi: tramite la grafica sugli schermi giganti – che solitamente mostra che è in corso un controllo – e, in caso di rovesciamento della decisione dell’arbitro, tramite l’uso di riprese video che aiutano a spiegare la decisione. Il problema è che quando la Var agisce, i motivi per cui agisce non sono chiari al pubblico. La trasmissione dei replay è una questione delicata: c’è il timore della risposta della folla, ma c’è anche incertezza sulla responsabilità di garantire che i video vengano riprodotti. Tocca ai club? O al Professional Game Match Officials Limited (PGMOL), l’organo arbitrale che sovrintende all’uso della VAR e controlla il feed video inviato allo stadio?

Ma c’è di più: i tifosi vorrebbero anche “ascoltare” le conversazioni tra l’arbitro e l’assistente video nei momenti Var. Una tale modifica però – scrive ancora il Guardian – dovrebbe essere autorizzata dall’International Football Association Board (Ifab), che istituisce i protocolli Var originali.
L’Ifab ha affrontato l’argomento la scorsa settimana, ma senza arrivare a conclusioni.

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