Umtiti: «Ho sofferto di depressione, a livello medico molte cose nella mia carriera sono state valutate male»

L'ex difensore: «Nel calcio la salute mentale è ancora un argomento tabù e pensavo non avesse senso parlarne prima».

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Torino 05/09/2022 - campionato di calcio serie A / Torino-Lecce / foto Image Sport nella foto: Samuel Umtiti

L’ex campione del mondo francese e difensore di Barcellona e Lecce Samuel Umtiti, ha parlato della depressione che ha avuto e di come è riuscito a uscirne.

Le parole di Umtiti

L’Equipe ha raccolto alcune dichiarazioni da parte di Umtiti all’uscita di una sala cinematografica di Parigi, dove era in corso la presentazione di un documentario sulla salute mentale.

Perché ne parli proprio ora della depressione che hai attraversato, quando non ne avevi mai parlato prima?

«Penso che sia essenziale poter parlare di questo tema, che è molto importante per me. L’ho attraversato, mi ha fatto male, penso che possiamo aiutare con la nostra notorietà, ed è per questo che abbiamo fatto questo documentario. La salute mentale è un argomento molto importante, che è abbastanza tabù nel mondo del calcio. Ma penso che abbiamo cercato di far capire al mondo, alla gente, che dovevamo stare attenti e prendercene cura fin dalla tenera età. Mi ha fatto sentire davvero bene parlarne. Perché gli argomenti discussi sono argomenti di cui non ho mai osato parlare.»

Perché non ne hai parlato prima?

«Non ne ho parlato prima perché pensavo fosse difficile parlare di quello che stavo passando. E poi, quando sei un giocatore, pensi che sia un argomento molto tabù. E mi sono detto: “No, Sam, sei un uomo forte, hai attraversato situazioni complicate, ma ti rialzerai, come hai sempre cercato di fare”. Quindi, per me, aveva senso non parlarne. Ma, alla fine, mi sono fatto male restando in silenzio».

C’è stato qualcosa che ha causato questa depressione?

«È molto personale. Ne parlerò quando avrò voglia di parlarne. Questi problemi, come quelli legati al ginocchio. Naturalmente, a livello medico, ci sono cose che sarebbero potute essere fatte meglio, ma ci sono molte cose che sono state prese in considerazione e penso che le cose siano state fatte in modo errato. Ma questo fa parte della mia storia e non mi vergogno di parlarne ora. Quando ne avrò voglia, penso che spiegherò un po’ a tutti cosa ho passato e perché è successo tutto.»

Quando hai capito che era depressione?

«L’ho capito molto tempo dopo. Solo ora posso parlarne. Ma, al momento, per me, era tutt’altro che questo. Era solo un momento così, transitorio, che sarebbe durato una settimana. Quando siamo lasciati soli e non ne parliamo a nessuno, penso che troviamo davvero difficile esprimerci a parole. Ed è per questo che incoraggio davvero le persone a parlarne, a prendersi quel tempo. Per questo abbiamo realizzato questo documentario. La cosa principale era far capire ai giovani: “Dai, parla. Puoi farcela”.» 

A che punto sei ora, a livello mentale?

«Dopo tutti questi anni in cui mi ci è voluto un po’ per capire cosa avevo, penso di essere riuscito a liberarmi dalla malattia. Ed è per questo che ne parlo liberamente ora. Ma è vero che ci vuole tempo. E forse ho ancora dei postumi. Ma questo è normale. In ogni caso, sto facendo di tutto per andare avanti».

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