A Parigi le elezioni comunali diventano un referendum per la vendita del Parco dei Principi ai qatarioti del Psg

La vendita è stata sempre osteggiata dalla sindaca Hidalgo. Il suo partito ora apre mentre la destra lo venderebbe subito. Ma quanto costa? (So Foot)

Al Khelaifi Superlega Psg Lione Qatar ligue 1

Paris Saint Germain's Qatari president Nasser al-Khelaifi speaks during a press conference to announce the presentation of the new coach, at the new 'campus' of French L1 Paris Saint-Germain (PSG) football club at Poissy, west of Paris on July 5, 2023. Former Barcelona and Spain coach Luis Enrique has been appointed as the new coach of Paris Saint-Germain on a two-year deal, the French champions announced on July 5, 2023. Geoffroy VAN DER HASSELT / AFP

Il futuro del Parco dei Principi e del Paris Saint-Germain si intreccia sempre di più con le elezioni comunali di Parigi del marzo 2026. Qsi (Qatar Sports Investments), proprietario del Psg, osserva con attenzione lo scenario politico dopo anni di rapporti complicati con Anne Hidalgo, sindaca di Parigi dal 2014, rieletta nel 2020, ed è una delle figure più influenti della sinistra francese a livello locale e nazionale. L’obiettivo è chiaro: riacquistare lo stadio simbolo del club alle proprie condizioni, trasformando una questione sportiva in un dossier politico di primo piano. Ne scrive So Foot

Il Parco dei Principi una questione Politica

Il Qatar guarda con interesse alle prossime elezioni comunali, anche alla luce del pessimo rapporto con l’attuale sindaca. Il nome che circola con maggiore insistenza è quello di Rachida Dati: la candidata di destra sarebbe la più propensa a finalizzare rapidamente la vendita del Parco dei Principi in caso di vittoria. Tuttavia, pesa l’inchiesta giudiziaria avviata nel 2023 sul lobbista franco-algerino Tayeb Benabderrahmane, arrestato in Qatar nel 2020. Secondo quanto emerso, il ministro della Cultura sarebbe intervenuto presso le autorità qatariote, con un ruolo ancora da definire. Un nodo legale che potrebbe complicare eventuali negoziati, senza contare le resistenze interne allo stesso partito dei Repubblicani e il dato politico: Parigi, negli ultimi anni, ha votato in maggioranza a sinistra.

Il Partito Socialista apre alla vendita del Parco dei Principi al Psg

In questo contesto assumono peso le parole di Emmanuel Grégoire, candidato del Partito Socialista ed ex primo vice di Anne Hidalgo. In un’intervista a L’Équipe, ha rotto un tabù storico dichiarando: «Voglio proporre al Consiglio di Parigi due opzioni per un voto, che costituirebbero il nostro mandato negoziale con il Psg: un’opzione di leasing-trust con un contratto a lungo termine – sono a conoscenza delle riserve espresse dagli azionisti del Psg su questa possibilità – e uno scenario di vendita. Quindi sì, sindaco, la vendita è un’opzione che proporrò al Consiglio di Parigi». Con cautela, Grégoire ha citato anche i vincoli legali, la valutazione economica – circa 1 miliardo di euro ai prezzi del mercato parigino – e alcune condizioni come l’assenza di naming rights. Ma il segnale politico è forte: la vendita del Parco dei Principi non è più un tabù.

Verso una decisione storica

Il prossimo sindaco di Parigi dovrà scegliere se difendere la proprietà pubblica del Parco dei Principi o accettare la cessione al club qatariota. Tra politica, identità e interessi economici, l’idea che lo stadio resti un bene comune dei parigini appare sempre più fragile. Le elezioni comunali del 2026 rischiano così di diventare un referendum implicito sul futuro del Psg e del suo stadio simbolo.

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