Nei parchi di Londra si gioca il Mondiale dei tifosi: è la London Supporters League, l’ha inventata un italiano (Bbc)
Massimiliano Ciccone, laziale, arrivato a Londra nel 2013. Giocano con le maglie dei club. È vietato alle squadre londinesi. Otto italiane (non c'è il Napoli). Tutto è nato da un derby Roma-Lazio

Foto tratta dalla pagina Facebook della London Supporters League
C’è una Londra che non appare sulle guide, fatta di maglie, accenti e passioni che arrivano da tutto il mondo. Una Londra che ogni domenica si incontra sull’erba umida dei parchi, lontano dai riflettori della Premier League, ma vicina allo spirito più autentico del calcio. Qui nasce la London Supporters League (Lsl), un campionato che unisce culture, nostalgie e identità. Una piccola oasi dove chi vive all’estero ritrova un pezzo di casa. I tifosi delle squadre di Londra fanno il tifo ma non sono ammessi alla League per mantenere il clima goliardico della competizione. Ci sono quattordici squadre, otto sono italiane. Il Napoli non c’è. Hanno un sito ufficiale, con tanto di statistiche e dati. E ovviamente la pagina Facebook. Il racconto è della Bbc.
La domenica dei tifosi nei parchi di Londra
Negli spogliatoi il clima è già quello giusto: un gruppo di amici del Newcastle, maglie bianconere addosso, ripensa alle sconfitte di inizio stagione contro Juventus e Inter. Nessuno, purtroppo, ha portato calzini di ricambio. “Sembra sciocco dirlo, ma è davvero diverso giocare con questa maglia e questi colori”, racconta Tom King, capitano del Newcastle Supporters Club. “C’è una piccola parte del tuo cervello che pensa ‘Gioco per il Newcastle qui’. Ti fa entrare in sintonia con il club in un modo che non ho mai avuto con nessun altro club di calcio in cui ho giocato”.
Il campionato dei tifosi, la London Supporter’s League
Sul campo accanto, i ragazzi dell’Aston Villa iniziano a riscaldarsi in un tranquillo pranzo domenicale di novembre. Il Newcastle li sfida al Coram’s Field, ancora colorato dalle ultime braci dell’autunno mentre un giardiniere tenta invano di liberare il terreno dalle foglie. È solo l’inizio di un pomeriggio animato nella London Supporters’ League: Milan, Fiorentina, Genoa, Lazio, ma anche Paris Saint-Germain, Real Madrid, Lione, Roma, Monza e Panathinaikos. Tutti con addosso i colori del cuore.
“Abbiamo vinto il campionato l’anno scorso, dopo otto anni finalmente ci siamo riusciti, quindi abbiamo messo una stella in cima al nostro stemma”, sorride Ludo Romagnoli, modenese trapiantato tra Brasile e Londra. “Sono davvero orgoglioso di rappresentare il nostro club”. “È più divertente confrontarsi con persone che sentono lo stemma, i colori e hanno la stessa passione per il club che rappresentano”, aggiunge Pedro Aguilar del Real Madrid Londra. “Ognuno ha una storia… è affascinante. Incontrare persone provenienti da contesti e culture diverse e vedere quanto amano il calcio, proprio come noi, solo attraverso una squadra diversa”.
Tutto nasce da un derby Roma-Lazio a Londra
E pensare che tutto è nato dalla semplice voglia di un uomo di guardare le partite della sua squadra. Massimiliano Ciccone, ex abbonato della Lazio, arrivò a Londra nel 2013 e faticò a trovare un locale dove seguire i biancocelesti. Una volta trovato, arrivarono altri tifosi. “Mi sono reso conto che non eravamo soli… cercavano di ricreare quel legame che avevano perso trasferendosi all’estero”, racconta. Il primo derby contro un gruppo di tifosi romanisti fu un rischio, ammette: “Devo essere onesto, ero un po’ preoccupato… ma non ci sono stati scontri. È stato un buon esperimento, perché non continuarlo?” Da lì la lega è cresciuta fino a 14 squadre, pur mantenendo un rigoroso controllo sugli ingressi: solo veri tifosi, solo squadre non londinesi e mai in contemporanea con le partite “vere”.
Ciccone scherza: “Mi sento un po’ come Infantino, bisogna accontentare tutti!” Ma la verità è che la lega è diventata un piccolo laboratorio sociale, un luogo dove ex sconosciuti sono diventati amici grazie ai colori indossati la domenica.
Il Real Madrid una piccola Onu tra i tifosi a Londra
Il Real Madrid, addirittura, è una piccola Onu: “Abbiamo giocatori provenienti da Sudafrica, India, Colombia, Ecuador, Romania… È incredibile come ci siamo uniti grazie all’amore per il Real Madrid”, dice Aguilar. “Offre alle persone l’opportunità di provare un senso di appartenenza… e far crescere una bella comunità”.
Sul campo, l’Aston Villa batte il Newcastle 2-1 in una sentita sfida tra le uniche due squadre inglesi. “Tutti volevano affrontare i Geordies!”, ride Lloyd Perry. Poi tutti al Dolphin Pub, ritrovo dei London Mags.
King sorride: “C’è quel senso di cameratismo tra noi”.











