Maignan para, Sommer no. Maignan nel derby è un capolavoro politico di Allegri (Libero)

Il francese è in scadenza e rischia il posto ai Mondiali con la concorrenza di Chevalier. All'Inter l'epilogo di Sommer somiglia sempre più a quello di Handanovic.

Db Milano 23/11/2025 - campionato di calcio serie A / Inter-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Mike Maignan-Hakan Calhanoglu-Simone Sozza

Il Milan batte nel derby l’Inter 1-0 grazie a un gol di Christian Pulisic su un errore del portiere svizzero Sommer. Inoltre, Mike Maignan ha parato un rigore a Calhanogu, ex della gara.

Il derby Inter-Milan deciso dai portieri Maignan e Sommer

Scrive Claudio Savelli su Libero:

“Il destino del derby si è giocato sulla linea sottile della porta. Quella di Maignan, blindata da due interventi superlativi e un rigore straparato a uno come Calhanoglu, e quella di Sommer, aperta un po’ a tutti quest’anno, non solo al Pulisic che passava di lì. È in quei metri quadri solitari che si è consumata la vera differenza. Tanto, se non tutto, è nelle giocate dei portieri: da una parte i prodigi in serie che blindano il risultato, dall’altra un’incertezza masticata che mette la firma calce sulla sconfitta nerazzurra. C’è un contrappasso in tutto questo. Maignan, che per un biennio è stato più un rebus che una soluzione, inizia l’estate sul mercato salvo poi essere tolto, e si presenta a questa stagione con la fascia di capitano al braccio e il contratto in scadenza. Qui risiede il capolavoro politico di Allegri: sfruttando con machiavellica intelligenza l’anno pre-Mondiale e l’ascesa di Chevalier che incombe sul portiere francese, Max ha chiesto e ottenuto un ultimo anno di livello a Maignan.

Di là, il crepuscolo di Sommer sta compromettendo una fetta troppo larga delle ambizioni dell’Inter. Anche lui a scadenza e senza idee di rinnovo, lo svizzero sembra aver smarrito solidità e tranquillità. L’Inter paga dazio alla sfortuna perché Josep Martinez è stato frenato dalla vita proprio quando Chivu aveva avviato la successione. C’è però anche un vizio strutturale che è l’incapacità di rimpiazzare il portiere prima che le crepe diventino voragini. Era già successo con Handanovic, sta succedendo di nuovo. Perché, al netto degli episodi decisivi tra i pali, il derby ha raccontato di un equilibrio tattico ristabilito. Il Milan non ha più bisogno dei picchi emotivi o delle rimonte folli dell’anno scorso per sentirsi all’altezza dei cugini. Lo è diventato attraverso la normalizzazione dell’eccellenza portata da Allegri e dalla gravità specifica di campioni come Modric e Rabiot, capaci di vincere il duello fisico e nervoso in mezzo al campo contro un centrocampo interista parso fisicamente in debito”. 

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