L’incubo delle iniziazioni universitarie, dal vomito all’alcol: in Inghilterra il 20% di studenti preferisce non fare sport (il Times)

Giocare una partita di rugby nudi con una testa di maiale, essere in un bidone mentre i compagni vomitano, ubriacarsi fino all'inverosimile. Sono i test d'ingresso ufficialmente vietati

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A leggere l’editoriale di Owen Slot sul Times l’iniziazione per praticare sport nei club universitari dell’Inghilterra è qualcosa a volte di disgustoso e raccapricciante. Qualche esempio? Giovare una partita a rugby nudi con una testa di maiale al posto della palla da rugby; essere immersi in un bidone dove i compagni di squadra vomitano, raggiungere un pub nudo, bere fino all’inverosimile. Slot si augura, all’inizio dell’anno universitario, che molte di queste pratiche spariscano.

In Inghilterra c’è chi rinuncia prima di cominciare

Molti giovani si sono visti distruggere i propri giorni di sport universitario in Inghilterra ancora prima di cominciare. Sono quelli che pensavano fosse possibile praticare sport all’università senza dover finire in un bidone insieme ai compagni di squadra che vomitavano dentro. Ho parlato con Ollie di Nottingham Trent, un buon giocatore di rugby a livello scolastico, passato anche per un’accademia di club. Ha smesso con il rugby il giorno stesso in cui è iniziata la sua vita universitaria, perché sapeva cosa lo aspettava. Aveva un amico a York: per entrare nel club di rugby, quell’amico fu costretto a giocare una partita di 15 contro 15, completamente nudo, di notte, usando la testa di un maiale al posto della palla.

Le vessazioni subite

Un altro suo amico fu chiuso nel bagagliaio di un’auto e portato ai margini della città. Lì gli posero una sola domanda: “Ti spogliamo nudo, puoi tenere solo una cosa, o le scarpe o i pantaloni. Quale vuoi?”. Poi lo lasciarono lì: “Torna come vuoi, ci vediamo al pub”. Ollie non aveva alcuna intenzione di sottoporsi a questo. Eppure il rugby gli mancava, tanto da chiedersi se avesse fatto un errore. Poi parlò con un altro amico che invece aveva deciso di unirsi. Gli raccontò che i veterani lo avevano costretto a tracannare una bottiglia di rum; lui si era rifiutato. Da quel momento fu emarginato, e poco dopo mollò anche lui. Ollie concluse di aver fatto la scelta giusta. Quelle erano le storie di Ollie, ma non serve scavare molto per trovarne altre simili. Molte riguardano eccessi di alcol; altre hanno aspetti stranamente sessuali: i rugbisti di Leicester costretti a spogliarsi e a ricevere soprannomi in base alle caratteristiche dei loro genitali. Giocatori di lacrosse obbligati ad abbassarsi la biancheria intima e accucciarsi sulle ortiche. Carote infilate nei sederi maschili. Una volta raccontammo persino di una sorta di “centopiedi umano”, in cui i giocatori si allineavano con i pollici infilati nel sedere del compagno davanti.

Non pensate che riguardi solo il rugby: succede anche in cricket e hockey, sia per uomini che per donne. Va anche detto che non siamo più nel Far West, quando le iniziazioni e l’obbligo di bere nei club sportivi restavano impuniti. Se scoperti, oggi non te la cavi: la cattiva pubblicità per le università è devastante. Ufficialmente, le iniziazioni sono vietate. Chi trasgredisce viene punito. Eppure, essendo difficile controllare davvero, i provvedimenti sono altalenanti, spesso sproporzionati: si arriva a togliere fondi, sospendere studenti, vietare eventi sociali.

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