La Spagna pensa con nostalgia a quando i ricconi erano loro: avevano Messi e Ronaldo, oggi hanno il fair play finanziario

El Paìs: i dirigenti della Liga mettono in guardia dai pericoli del modello Premier. Intanto però i calciatori vanno a giocare lì. Hanno speso meno persino della Serie A

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Madrid 23/12/2017 - Liga / Real Madrid-Barcellona / foto Imago/Image Sport nella foto: Cristiano Ronaldo-Lionel Messi

La Spagna pensa con nostalgia a quando i ricconi erano loro: avevano Messi e Ronaldo, oggi hanno il fair play finanziario

Addio alla Liga delle stelle, addio al Clasico di Ronaldo e Messi. La Spagna arranca dietro lo strapotere della Premier. E quando parli di Spagna, significa soprattutto Real Madrid e Barcellona nonostante negli anni di boom il Valencia abbia disputato due finali di Champions ed il Siviglia collezionato sette vittorie in coppa (Uefa).

Scrive El Paìs:

Ci fu un tempo, nell’estate del 1996, in cui la Spagna spiccò il volo. Qualche anno dopo, tra il 2009 e il 2018, il confronto tra Cristiano Ronaldo e Messi tenne alta l’attenzione sul campionato spagnolo e addirittura monetizzò il nome El Clásico che ora è un marchio registrato. Nel corso di questo ventunesimo secolo, il Valencia ha giocato due finali di Champions, il Siviglia si è divertito a vincere sette Coppe Uefa e persino un buon Athletic Club ha giocato la finale di Europa League, come nel 2012. Oggi, se è vero che Real Madrid, Barcellona e, in misura minore, Atlético Madrid mantengono il potere del calcio spagnolo in Europa, è anche vero che la Liga ha fatto un passo indietro in termini di capacità di attrarre nuove stelle e giocatori.  

Il quotidiano fa la disamina del mercato spagnolo al termine della campagna trasferimenti. La distanza nella spesa in milioni di euro delle grandi Leghe è enorme: la Premier domina il mercato europeo con oltre 3,2 miliardi investiti, mentre la Serie A si assesta sopra il miliardo. La Germania, con 775 milioni, la Spagna con 696, e la Ligue 1 chiude con 571. Tra i dieci club che hanno speso di più, comanda il Liverpool con quasi 500 milioni. I primi sette sono tutti inglesi: Liverpool, Chelsea, Arsenal, Newcastle, United, Tottenham, Nottingham Forest.

Il Real è “solo” ottavo con 185. Nono il City e chiude la top ten l’Atletico con 175. Il Barcellona ha speso solo 27,5 milioni. Il dato è chiaro: la Premier ha speso da sola più della somma delle altre leghe. La Spagna non solo perde il confronto con l’Inghilterra, ma è stata superata anche da Italia e Germania.

Il freno del fair play finanziario in Spagna

Scrive El Paìs che

il resto dei club spagnoli è soggetti a rigidi vincoli di controllo finanziario per evitare i disastri del passato, e di conseguenza hanno limitato molto le spese. Alcune eccezioni arrivano dal Villarreal e dal Betis, due realtà che, pur tra ristrettezze, hanno osato.

La Liga insiste nel difendere il rigore del modello spagnolo. Ci sono stati progressi innegabili, come il contenimento del debito dei club spagnoli dopo anni di spese eccessive. La Liga esamina attentamente ogni transazione. Allo stesso tempo, la Liga mette in guardia dai pericoli del modello inglese: debito continuo e spese incontrollate da parte dei proprietari dei club.

In Inghilterra, c’è una cultura del calcio a pagamento più radicata che in Spagna la forza dell’inglese come lingua globale traina la Premier in mercati strategici come quello asiatico.

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