L’alpinismo da social sulle Alpi ha già provocato 83 morti quest’estate (El País)
Il 20% in più del solito secondo il Cnsas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico). Molti di essi sono escursionisti che non si informano e cercano solo il selfie perfetto.

An helicopter of the French "Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne" (High Mountain Police Squad, PGHM) takes part in an avalanche search and rescue training, near Briancon in the French Alps on March 16, 2023. (Photo by Nicolas TUCAT / AFP)
Quest’estate sono già stati registrati 83 morti sulle Alpi. I soccorritori alpini hanno ribadito che la maggior parte dei defunti sono escursionisti incoraggiati dai social.
Le escursioni sulle Alpi per mostrare tutto sui social: già 83 morti in Italia quest’estate
El País scrive:
Tra il 21 giugno e il 23 luglio, 83 persone sono morte nelle Alpi italiane e cinque sono ancora disperse. Troppe, il 20% in più del solito secondo il Cnsas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico). Contrariamente a quanto può sembrare, gli incidenti mortali non si verificano nelle attività di alpinismo, ma tra gli escursionisti. Tra le cause di morte maggiori, le cadute hanno rappresentato il 43,2% degli incidenti mortali. Santi Padrós, alpinista e guida alpina che da anni vive nelle Dolomiti, ritiene che «il bel tempo spieghi in parte il disastro. Tutti sono incoraggiati ad andare in montagna, ma molti dimenticano di uscire preparati per arrivare in cima o per realizzare il loro scopo in qualsiasi modo. E vedi cose incredibili, come le persone che camminano sui ghiacciai senza le corde…». Il Corriere Della Sera ha recentemente pubblicato un’intervista al responsabile del soccorso alpino nazionale [Maurizio Dellantonio, ndr.]: «Non ho mai visto così tanti morti in un solo mese. Abbiamo superato i limiti e siamo al 20% sopra la media. Fa caldo, la gente cerca il fresco, si mostrano sui social network e non chiedono nemmeno informazioni perché lo considerano umiliante. Abbiamo salvato la vita di alcune persone e poi si rifiutano di pagare».
Nel 2024 le squadre di soccorso alpino hanno effettuato complessivamente 12.063 missioni di soccorso sul territorio italiano: sono stati 466 i morti, troppi, anche se questo dato è stato inferiore a quelli registrati nel 2022 (504) e nel 2023 (491). L’80,4% sono italiani, seguiti da tedeschi (6,8%), francesi (1,6%) e austriaci (1%). Si tratta per lo più di uomini (67,9%) di età compresa tra 50 e 60 anni, seguiti da over-60 e giovani di età compresa tra 20 e 30 anni. Il 91,4% non è membro di federazioni alpine. Tutti gli attori coinvolti nei soccorsi chiedono prevenzione, sensibilizzazione e di informarsi sull’ambientazione per ridurre i rischi e limitare il numero di incidenti. Cioè, il buon senso per non confondere la montagna con una fiera estiva.