Tara Moore: «L’antidoping è rotto, dimostrare di essere innocenti è estenuante»
La tennista britannica è stata squalificata per 4 anni. "Devi lottare per la tua vita contro qualcuno che ha più soldi e risorse di te. Sono a pezzi"

World Anti-Doping Agency (WADA) Swiss Director General Olivier Niggli delivers a speech at the opening of the two-day annual WADA symposium in Lausanne, Switzerland, on March 12, 2024. The annual WADA Symposium brings together practitioners from international federations, national and regional anti-doping organisations and major event organisations with the aim of advancing the global anti-doping program. Fabrice COFFRINI / AFP
Tara Moore si sta sfogando. La tennista britannica trentaduenne a cui il Tas ha imposto una squalifica per doping di quattro anni nel 2022, rompe il silenzio. Dice ovviamente di essere innocente, ma la sua è una posizione che fa notizia perché arriva dopo i casi di Sinner e Swiatek. Insomma è l’altra faccia dell’antidoping nel tennis: quella che picchia forte. Ovviamente i due casi giuridicamente non sono paragonabili. L’ex numero uno del doppio inglese è risultata positiva al nandrolone e al boldenone nel maggio 2022 durante un torneo a Bogotà. Lei sostiene che nel suo campione di urina siano state trovate sostanze proibite dopo aver mangiato carne di maiale e manzo in Colombia. Non potrà competere almeno fino all’inizio della stagione 2028.
“Non ho bisogno che un tribunale mi dica che sono innocente. Gli ultimi tre anni e mezzo mi hanno distrutta. Mentre la mia famiglia e i miei amici hanno lavorato per raccogliere i pezzi, mi hanno ricostruita e trasformata in una persona diversa. Essere innocenti e doverlo dimostrare è un processo incredibilmente estenuante. Prima di tutto, cerchi di capire cosa siano queste cose. In secondo luogo, cerchi di capire come e perché siano entrate nel tuo sistema”.
“Se sei innocente, non lo sai subito. Devi ripensare a tutto quello che hai fatto ed escludere ciò che non può essere vero, finché non ti fermi su qualcosa che probabilmente lo è. Anche in quel caso, sei presunto colpevole e devi lottare per la tua vita contro qualcuno che ha più soldi e risorse di te. Conosco la mia integrità e so di essere innocente. Credo che tutti, negli ultimi due anni, abbiano visto quanto sia soggettivo questo processo”.
“Sono stata una perdente, ma la vita che conoscevo mi è stata portata via perché le organizzazioni e le persone al potere non hanno fatto la cosa giusta. Il sistema antidoping è rotto e io ne sono la prova”.