Marquez ovviamente fischiato al Mugello, un italiano non può mai tifare per lui (e Marc lo sa)

Le indimenticabile scorrettezze a Valentino. La realtà di Bagnaia che ha una moto che non si regge, lo strano ruolo del fratello Alex. I tifosi queste cose le vedono

Buriram 09/02/2025 - test Motogp / foto Psnewz/Image Sport nella foto: Francesco Bagnaia-Marc Marquez ONLY ITALY

Marquez ovviamente fischiato al Mugello, un italiano non può mai tifare per lui

Marc Marquez è stato fischiato al Mugello. Alcuni giornali, pochi, riportano i fischi. Fischi che sono il concentrato dell’ovvietà, per il passato ma anche per il presente. Suona ridicola la scena di Tardozzi, team manager Ducati, che prova a zittirli.

Ecco cosa scrivono il Corriere dello Sport, Libero e Tuttosport (i due sportivi giustamente danno la notizia in prima pagina).

Tanto pubblico ma anche – purtroppo – qualche sgradevole fischio di troppo nei confronti del vincitore Marc Marquez, prontamente difeso da Davide Tardozzi: il Team Manager ha zittito a più riprese la frangia più polemica del pubblico, indicando la maglia della squadra per fare capire come Marc sia parte del mondo Ducati. (Corsport)

Scintille al termine della Sprint, con alcuni tifosi italiani che hanno fischiato Marquez, facendo arrabbiare Tardozzi: «Zitti, è rosso!», ha tuonato il team principal della Ducati. (Libero)

«State zitti. Zitti, è Rosso». Davide Tardozzi, il focoso team manager di Borgo Panigale, s’accalora invano davanti alla tribuna del Mugello, dalla quale partono i soliti (ma stavolta non unanimi) fischi in direzione di Marc Marquez che celebra l’ennesimo sabato da padrone, con la 100ª pole (72ª in top class, 6ª stagionale) e l’8ª vittoria nella gara corta del primo anno domino in rosso più rosso che ci sia. (Tuttosport)

Davide Tardozzi, team manager ducatista, si è rivolto alla folla che fischiava: «È rosso, è uno dei nostri! Basta!». Ma il pubblico ha continuato a contestare il campione di Cervera. Che ha risposto con l’ennesimo sorriso: «A me sembra che le cose con i tifosi italiani stiano migliorando. Ora siamo 50 e 50, la metà che mi ha applaudito credo abbia apprezzato la mia rimonta, i sorpassi, quel momento in cui siamo stati tutti e tre appaiati. È un stato un bello spettacolo». (Repubblica) 

Marc Marquez è il pilota che con la scorrettezza ha negato il decimo titolo mondiale a Valentino Rossi. Tutti lo ricordano. Nessun tifoso di Valentino potrà mai dimenticarlo. In più, nonostante il silenzio giornalistico, è naturale che i tifosi si chiedano dove sia finita la moto di Pecco Bagnaia, come mai il campione torinese stia stato trasformato in un pilota della domenica incapace di battagliare per le prime posizioni, con una moto che lui definisce di tre quattro decimi più lenta dello scorso anno. Per non parlare dell’altro fratello, Alex, che non ha mai ingaggiato un duello con Marc e che poi, puntualmente, nelle rarissime volte in cui Pecco prova ad affacciarsi davanti, si trasforma in un angelo vendicatore. I tifosi queste cose le vedono. Poco importa che nessun giornalista ne parli. L’unico intellettualmente è proprio Marquez che infatti non se ne sorprende, lui capisce benissimo quei fischi, ovviamente se ne frega e fa bene.

Leggi anche: Marquez “blasta” Bagnaia: «Se provi 5 assetti e sei ancora lento, il problema sei tu non la moto»

Peraltro oggi il tema è affrontato da Tuttosport con l’intervista a  Mauro Sanchini commentatore tecnico di Sky Sport. Lui nega un patto tra fratelli ma almeno la domanda gliela fanno:

Vede un patto anti-Bagnaia tra i fratelli Marquez?
«Sinceramente no, anche se la verità la conoscono soltanto loro. Non ci vedo un piano mondiale, anche perché per me Marc non ne ha bisogno e poi uno come lui non disdegna mai la lotta, il duello».

Eppure ancora una volta Alex è stato molto duro con Pecco e morbido con il fratello.
«Credo sia una sorta di involontaria sudditanza familiare e sportiva. Alex sa di essere più debole di Marc, nato fenomeno mentre lui ha dovuto crescere con il peso del confronto sulle spalle. Sa che il fratello è più forte e che è inutile resistergli. Anche perché sa perfettamente che Marc sarebbe disposto a buttarlo giù per vincere, mentre lui no. Alex ha un carattere più… non dico buono, ma tenero sì. È meno cannibale del fratello. Così con lui non va fino alla fine dove non si può. Quello che invece ha sempre fatto Marc. Con Pecco lo fa? Sì, come con gli altri. Con loro non ha quella sudditanza».

Vale la pena anche riportare stralci dell’intervista del Corsera a Dall’Igna direttore della Ducati Corse che nega l’esistenza di un caso Bagnaia con risposte che definire indisponenti è un eufemismo. Quasi come se i problemi fossero un’invenzione di Pecco che improvvisamente, stranamente, non è più competitivo, non sa più portare la moto.

«Pecco ha comunque vinto ad Austin, è terzo in campionato e ha fatto il miglior avvio di stagione di sempre. Ci sono diciannove piloti messi peggio. Certo, paragonato a Marc, ha vinto meno, ma non sarei così negativo nei suoi confronti».

Lui però racconta una storia diversa, è spesso scontento.
«È il suo modo di spronarsi e di spronarci. Però dobbiamo essere obiettivi. Al di là di quello che si dice, e si legge, bisogna guardare la realtà». 

A noi, francamente, i fischi sembrano persino pochi rispetto a quel che sta avvenendo davanti agli occhi dei tifosi.

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