Inter, Fabregas, De Zerbi, Chivu e Vieira, le alternative se Simone Inzaghi va via (Gazzetta)

Inzaghi deve ancora sciogliere le riserve, la dirigenza nerazzurra ha stilato una lista di possibili sostituti in caso di addio. Il nome in pole è quello di Cesc Fabregas, calda anche l'ipotesi De Zerbi.

Inter Marotta Oaktree Ultras Inter

Db Monza 07/08/2024 - amichevole / Inter-Al Ittihad / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

Dal possibile “Triplete” a “Zeru Tituli”. In casa Inter sono ore di grande delusione dopo il tracollo nella finale di Champions contro il Paris Saint-Germain. Possibile anche l’addio di Simone Inzaghi, che in queste ore sta valutando un’offerta monstre dall’Arabia Saudita. In tanti si chiedono: in caso di addio dell’ex attaccante, chi siederà sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione? La Gazzetta dello Sport indica i profili di quattro allenatori papabili.

Gazzetta e i 4 possibili successori di Simone Inzaghi all’Inter

“Inzaghi deve ancora decidere, la dirigenza aspetta un sì, ma nel frattempo ha stilato una lista di possibili alternative per il dopo Simone: Fabregas, De Zerbi, Chivu e Vieira”, esordisce Gazzetta.

Su Fabregas: “La bandiera più vicina è spagnola. Cesc Fabregas è la prima idea in caso di addio di Simone. Nell’ultimo anno ha lanciato una serie di frecce per dichiarare il suo amore per i nerazzurri e per Inzaghi, lodato a più riprese […] L’Inter andrà al Mondiale per Club con l’allenatore della stagione 2025-26. Cesc è l’alternativa numero uno. Quest’anno ha traghettato il Como a metà classifica, valorizzato pugni di giocatori – Paz, Diao, Fadera, Perrone, Da Cunha, Valle -, dato un’identità e dato filo da torcere alle big. Il Como ha battuto Napoli, Atalanta, Roma e Fiorentina, pareggiato con Bologna e Lazio e vinto sei delle ultime otto partite in Serie A. Il modulo di riferimento è 4-2-3-1. I giocatori che hanno reso di più sono stati i fantasisti, gli esterni e i mediani. La storicità di Marotta ci dice che non ha mai pescato un allenatore straniero. Cesc può essere il primo”.

Leggi anche: Quale interista firmerebbe per una stagione così? A Libero un interista intellettualmente onesto

Su De Zerbi: “Un altro sulla lista è Roberto De Zerbi. Quest’anno ha riportato il Marsiglia in Champions chiudendo al secondo posto dietro il Psg. Dopo aver lasciato il Sassuolo ha girato parecchio: una stagione a Donetsk, lasciata dopo lo scoppio della guerra, due a Brighton, una a Marsiglia. All’Inter ritroverebbe Luis Henrique, valorizzato al Vélodrome, oltre al gran ritorno in Serie A dopo tre stagioni a Sassuolo. Risultati: un undicesimo e due ottavi posti. Il bresciano Roby, 45 anni, altro fautore del 4-2-3-1, ha portato il Brighton in Europa per la prima volta e riportato la grande coppa a Marsiglia, condotta in ritiro a Roma nelle ultime settimane di campionato […] Ha vissuto Milano da adolescente, tra le fila rossonere. Boban lo chiamava “talento”, lui sfoderava colpi di mancino stregando le tribune. Nella sua cerchia di amici ce n’è uno speciale, Pep Guardiola: “Quando sono arrivato in Inghilterra mi ha telefonato. ‘Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami’”. L’Inter sarebbe un passo in avanti”.

Su Vieira e Chivu: “Sono più defilati. Arrivano entrambi da due salvezze conquistate coi denti e conoscono bene l’ambiente Inter: Cristian ha vinto il Triplete da giocatore e ha vinto il campionato Primavera da allenatore nerazzurro. Quest’anno ha preso le redini di un Parma ferito e l’ha traghettato fuori dall’acqua, fermando anche il Napoli alla penultima giornata. La controindicazione è che vanta solo 13 panchine tra i professionisti, tutte quest’anno. Deve ancora plasmare la sua identità. Vieira, invece, allena da dieci stagioni – qualcuna in più se consideriamo le giovanili del New York City -, ma deve ancora trovare la rotta. Quest’anno è subentrato a Gilardino e ha salvato il Genoa. Il tutto dopo aver guidato New York City in Mls, Nizza e Strasburgo in Ligue 1 e Crystal Palace in Premier. Da giocatore vanta tre stagioni e mezza all’Inter con tre scudetti e due Supercoppe. Anche lui conosce l’ambiente. In Costa Azzurra il miglior risultato: quinto nel 2019-20, prima di essere esonerato l’anno dopo. Anche lui è un discepolo del 4-2-3-1. L’Inter potrebbe prepararsi a cambiare modulo”.

Viva Del Piero e il suo manifesto contro l’ipocrisia: «Chi è di Juve o Milan non può mai tifare Inter»

Era ora che qualcuno lo dicesse. Ci ha pensato Alessandro Del Piero, sabato sera in occasione della finale di Champions League tra Inter e Psg. L’ex fuoriclasse e bandiera della Juventus, presente all’Allianz Arena di Monaco di Baviera in qualità di talent della Cbs, non ha fatto melina. Non ha aderito alla mozione Buffon che, in veste istituzionale, si è scagliato contro il tifo contro: «È da piccoli uomini». Del Piero ha decisamente imboccato un’altra direzione. Gli è stato chiesto in maniera diretta per chi tifasse in questa circostanza. E Alex non si è sottratto, mettendo da parte perbenismi e il classico cliché secondo i quali bisogna parteggiare per una squadra della propria nazione.

Del Piero dà un calcio all’ipocrisia: le sue parole hanno colpito

«Di solito fino alla finale tifiamo per le squadre del nostro paese, poi ognuno va per la propria strada. Avere una squadra italiana che raggiunge la finale è una grande cosa ma tifare per loro non è una cosa possibile. Soprattutto se sei del Milan o della Juve. Significherebbe essere ipocriti, dai, diciamo la verità. Per essere corretti aggiungo che non si tifa contro l’Inter ma si sostiene il Psg. D’altronde Donnarumma è italiano e poi ci sono Kvara, Marquinhos e altri calciatori che hanno giocato in Italia».

Non solo Milan o Juve da lui citate, ma quasi l’intera Italia calcistica, tranne i tifosi dell’Inter stesso, sabato erano schierati a favore di una sola squadra: il Psg. Chiedere, ad esempio, anche ai tifosi del Napoli

Correlate