La disastrosa gestione finanziaria di Dazn, il Mondiale per club potrebbe essere il colpo di grazia (Telegraph)

Ha investito un miliardo di euro per poi trasmetterlo gratis nella speranza di ottenere 100 milioni di abbonati in più. La realtà è che non riuscirà a recuperare la spesa attraverso le sub licenze

Dazn Ligue 1 Serie A mondiale per club

Db Torino 24/09/2023 - campionato di calcio serie A / Torino-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Dazn

L’analisi sempre molto lucida e tagliente del Telegraph sugli introiti da diritti tv per Dazn, che ha deciso di trasmettere globalmente i Mondiali per club a titolo gratuito nonostante le tante spese per poterselo accaparrare.

Dazn ha speso 1 miliardo per il Mondiale per club, poi l’ha dato via gratis (Telegraph)

Quando l’estate scorsa la Ligue 1 ha firmato un accordo da 400 milioni di euro l’anno con l’emittente – racconta il quotidiano – la promessa era quella di una rivoluzione nella fruizione del calcio. In realtà, è stato il primo passo verso un disastro industriale. A dirlo non sono gli analisti, ma i presidenti dei club. Waldemar Kita, patron del Nantes, non ha usato mezzi termini: «È un suicidio collettivo e nessuno fa nulla», ha sbottato.

Joseph Oughourlian, numero uno del Lens, è stato altrettanto netto: «Quattrocentomila abbonati sono patetici in un Paese da 65 milioni di persone. Con Amazon ne avevamo 1,2 milioni, con Canal+ tre». La matematica non mente, e i numeri inchiodano Dazn alle sue responsabilità: un modello fallimentare, incapace di garantire i ricavi promessi.

Dietro il progetto, c’è il miliardario britannico di origine ucraina Sir Len Blavatnik, uno degli uomini più ricchi al mondo. Eppure, nemmeno le sue tasche profonde sono riuscite ad arginare l’emorragia. Dazn ha già bruciato oltre 6,7 miliardi di dollari in perdite, e i suoi ultimi bilanci sono una lunga sequela di rosso acceso. La Francia è stata il punto più basso, ma non l’unico.

Ne parla così il Telegraph:

“È Dazn che ha ottenuto i diritti globali di streaming per la Coppa del Mondo per Club della Fifa per un miliardo di dollari a dicembre, coincidenza vuole che nello stesso periodo la società saudita Sports Investment abbia acquistato una quota non specificata in DAZN per lo stesso importo. Quel denaro, passato attraverso Dazn alla Fifa, ha di fatto finanziato la Coppa del Mondo per Club. […]

L’emittente ha un portafoglio di diritti in tutta Europa, a seconda del territorio. In Italia, trasmette tutte le 10 partite di Serie A in diretta ogni fine settimana. In Spagna, ha metà delle partite della Liga, oltre ai diritti di Formula 1 e MotoGP. In Germania, ha circa metà delle partite della Bundesliga in diretta, oltre a Champions League e Nba. Ha tutte le partite della J-League giapponese, in diretta ed esclusiva. A dicembre, ha acquistato Foxtel in Australia, un importante proprietario di diritti sportivi locali in diretta, con un accordo da 3,4 miliardi di dollari australiani (1,6 miliardi di sterline). […]

Qualunque somma Dazn possa aver pagato per i diritti della Coppa del Mondo per Club, ammetterà di non riuscire a recuperarla tramite i suoi sublicenziatari. In Gran Bretagna, c’era pochissimo interesse, con Itv che ha presentato un’offerta di zero sterline per trasmettere alcune partite in diretta. […]

Dazn spera che lo streaming gratuito di tutte le 63 partite, disponibile anche tramite un servizio premium a pagamento, porterà 100 milioni di nuovi utenti alla sua piattaforma in tutto il mondo, ma […] le perdite hanno superato 1,3 miliardi di dollari negli ultimi risultati pubblicati, sebbene la posizione ufficiale sia che si tratta della tipica sfida che tutti i grandi streamer devono affrontare inizialmente. Il problema è che non possiede i contenuti in modo perpetuo, come ad esempio fa Netflix con la sua programmazione originale. Anzi è semplicemente acquisisce diritti per un periodo limitato ed è poi costretta a investire di nuovo. […]

Tuttavia, il rapporto stretto tra Dazn e la Fifa – in particolare il suo presidente Gianni Infantino – non sembra in discussione. Il fattore di collegamento è principalmente l’investimento saudita di Surj che ha legato sia l’organo di governo che lo streamer all’Arabia Saudita, almeno per il momento”.

Se la scommessa fallisce, potremmo assistere all’ennesimo crollo di un gigante dello streaming, inghiottito dalla corsa alle licenze e da una visione più finanziaria che sportiva del calcio.

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