Sinner-Alcaraz scardina il muro dell’ipocrisia che nel tennis bisogna essere amici
Le parole dello spagnolo hanno colpito, come se fosse meglio l'ipocrisia che la verità. Come si fa ad essere amici di uno che si deve battere? Neanche Federer e Nadal lo erano

MIAMI GARDENS, FLORIDA - MARCH 31: Jannik Sinner of Italy is congratulated by Carlos Alcaraz of Spain after their match during the semifinals of the Miami Open at Hard Rock Stadium on March 31, 2023 in Miami Gardens, Florida. Matthew Stockman/Getty Images/AFP (Photo by MATTHEW STOCKMAN / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
In programma oggi alle 17 c’è la finale degli Internazionali di tennis di Roma tra Sinner e Alcaraz, rispettivamente numero 1 e numero due al mondo. I giornali sono pieni di titoli che sottolineano la non amicizia tra i due sportivi. Tutto parte da alcune dichiarazioni dello. spagnolo «Io e Jannik non siamo amici, ma rivali corretti. Fuori dal campo il rapporto è buono, ma dentro siamo avversari». Una frase che ha colpito a quanto pare, come se fosse un atto dovuto che due tennisti, in lotta per la finale di un torneo e costantemente in lotta per il primato mondiale nella classifica ATP, debbano essere amici. Repubblica scrive: “Ma quali amici, solo rivali tra Sinner e Alcaraz neanche una telefonata” e prosegue “Questa volta sarà diverso, è vero. Jannik non lo dice, non lo dirà mai: ma l’impressione è che tra i due qualcosa sia cambiato. Un tempo ricordavano Federer e Nadal: rivali in campo, amici fuori. Due che reciprocamente si stimavano, pronti ad aiutarsi a vicenda. Ma la brutta storia del Clostebol ha cambiato tante relazioni ed equilibri, nel circuito. Il campione altoatesino ha confessato tutta la sua delusione e amarezza, rientrando agli Internazionali d’Italia dopo il lungo stop concordato con la Wada”.
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Il Giornale invece ricorda come neanche Nadal e Federer siano mai stati amici se non negli ultimi anni della loro carriera, un fatto naturale, quando si è ai due lati opposti della rete.
“Di solito uno è simpatico fino a quando non comincia ad essere migliore di te. È la secolare legge dell’invidia: capita sempre con il vicino di scrivania, figuriamoci se non succede con un rivale nello sport. Eppure qualcuno si è stupito delle parole di Carlos Alcaraz, rilasciate ai media spagnoli alla vigilia del grande scontro di Roma con Jannik Sinner:«Non posso essere amico di chi desidero battere». Nel tennis questa verità è stata spesso nascosta con l’idea che in realtà bisogna odiare la pallina, più che l’avversario. Ma è solo retorica: il tuo nemico è dall’altra parte della rete. Lo sono stati, per dire, Federer e Nadal finché la vecchiaia sportiva li ha uniti, anche nell’antipatia non del tutto sopita di entrambi per Djokovic”.