Chiaro che al primo ascolto possano sembrare parole stonate. Ma poi c’è sempre da contestualizzare il momento. Il luogo. E anche l’umore.

Conte, anche la Gazzetta scrive che era arrabbiato per l’infortunio di Neres
La Gazzetta dello Sport è in linea con Repubblica: Antonio Conte si è sfogato in conferenza stampa perché aveva appena saputo dell’infortunio di Neres (risentimento muscolare) che quindi non potrà giocare a Monza. Proprio il brasiliano che avrebbe dovuto sostituire Kvaratskhelia e che è reduce da un lungo stop per problemi di natura muscolare.
Scrive la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo:
Chiaro che al primo ascolto possano sembrare parole stonate. Ma poi c’è sempre da contestualizzare il momento. Il luogo. E anche l’umore.
Uno sfogo. Quasi dal nulla. Perché Conte è così, non sa fingere. Perché la conferenza stampa è iniziata subito dopo l’allenamento che ha portato all’ennesima brutta notizia di questo 2025 non proprio in pace con la fortuna. David Neres si è fermato ancora. E Antonio che ha preparato per una settimana una partita in un modo, si trova senza il giocatore di maggior talento della squadra. Non a caso quello che virtualmente ha preso il posto di Kvara, citato nuovamente in pubblico dopo diverso tempo.
Conte l’allenatore che imbruttisce due volte. Ora la situazione è più chiara anche a chi non vuol vedere
Deve farvi anche un disegnino? O è bastata la conferenza di oggi? A meno che non si abbiano gli occhi foderati di prosciutto, forse a questo punto qualche sul dubbio sul futuro sarà venuto anche ai negazionisti più oltranzisti.
Una conferenza in cui Antonio Conte, come si dice a Roma, ha imbruttito per due volte. La prima quando gli hanno ricordato del suo paragone di inizio tra la situazione che trovò al Chelsea (erano arrivati decimi senza di lui e con lui vinsero il campionato) e il suo Napoli. Come spesso gli capita (non sempre ma spesso), Conte è stato di una chiarezza adamantina: «È inevitabile che in questi otto mesi, in questo percorso mio a Napoli, tante cose non si possono fare. Avevo detto che il Napoli non era una squadra di passaggio e poi Kvaratskhelia se n’è andato. Non mi sento di confermare tutto quello che ho detto. Non vorrei passare per bugiardo, per qualcuno che dice delle cose poi disattese».
«In questi otto mesi, in questo percorso mio a Napoli, tante cose non si possono fare» è una di quelle frasi che potrebbero finire per direttissima in esergo sul Napolista.
Il secondo imbruttimento è un sequel. Meno esplicito ma più significativo. Perché a quel punto il giornalista di Repubblica giustamente gli ha chiesto conto della sua frase: “in otto mesi quali sono queste cose che ha capito a Napoli non si possono fare?”. Conte non ha risposto, ha mostrato evidente nervosismo, ha dichiarato di aver già risposto e ha detto «passiamo alla domanda successiva».
Ovviamente ha detto anche altro, ha tenuto il focus sulla partita contro il Monza. Giustamente ha ricordato Roma-Lecce 2-3 con il Lecce retrocesso che fece perdere lo scudetto alla lanciatissima Roma di Eriksson. Ma la conferenza è servita a far comprendere che i giornalisti non rimestano nel torbido, non alimentano il fuoco amico. Fanno i giornalisti. Tutto qua. Informano. Purtroppo le platee di tifosi vogliono ascoltare solo quel che piace a loro.
Va aggiunto che fin qui la società è rimasta silente. E probabilmente silente rimarrà (anche se domani De Laurentiis farà gli auguri di Pasqua a Radio Crc) fino alla fine della stagione o almeno fino alla fine della corsa scudetto. Poi, si aprirà un’altra fase. Noi ci auguriamo che Conte resti. E siamo tra quelli che riconoscono al tecnico tanti ma tanti meriti. Tantissimi. Confermiamo che a nostro avviso è il migliore al mondo per squadre e club finiti in sala rianimazione. Ma è doveroso anche ricordare che il Napoli di De Laurentiis è sopravvissuto (vivendo vite entusiasmanti) ad addii e separazioni tanto dolorosi da sembrare la fine del mondo.