“In amore e in Champions League devi pretendere da te stesso quello che gli altri si aspettano da te. E ripeterlo ancora e ancora”

La rimonta del Real Madrid al City “non è paranormale, è estremamente paranormale”, per il Paìs. “Il Madrid fa cose da Madrid negli ultimi minuti. La bestia silenziosa e ferita, sanguinante per tutte le ferite di questa stagione, sanguinante per gli attacchi delle grandi squadre che l’hanno raggiunta quest’anno, è emersa come un pesce diavolo degli abissi nella partita più importante e contro il più grande rivale, contro il più grande allenatore, nello stadio maledetto: due gol, uno all’ultimo secondo, e il Bernabéu pieno di gente nella partita di ritorno.
“Il Madrid si è dimenticato di giocare per qualsiasi cosa e ha giocato per tutto, e il punteggio a un certo punto gli ha ricordato i momenti in cui il mostro dei Campioni restava accovacciato, senza sapere cosa fare con la palla se non portarla fuori dalla linea di porta prima che attraversasse, per poi iniettare il veleno mortale”.
El Paìs scrive che il City “è stato sottoposto per molti minuti a un bombardamento costante: Mbappé, Valverde, Vinicius. Anche Mendy ha avuto una chiara possibilità contro la difesa dei Citizens che a tratti è stata sopraffatta e altre volte disastrosa”.
Essere Real Madrid nel quotidiano
E Mbappé ha avuto uno strano merito, scrive. “Deve essere stato il tiro peggiore nella vita di Mbappé, quello che ha iniziato a dare un po’ di respiro al Madrid in vista della partita di ritorno. Un ritmo che ha portato il Real Madrid nella ripresa con i modi di un maresciallo e il morso di un cobra, abbandonandosi come mai prima nello stadio di Guardiola a una carica sensazionale guidata da Vinicius, Rodrygo e Mbappé”.
Il pezzo di Manuel Jabois è sobrio… “Nella vita devi essere un tifoso del Madrid, anche se non sei un tifoso del Madrid a livello calcistico. Dobbiamo sempre credere, anche se Dio finge di non esistere; bisogna spingere fino alla fine, anche se basta un pareggio; in amore e in Champions League devi pretendere da te stesso quello che gli altri si aspettano da te. E ripeterlo ancora e ancora, ancora e ancora. Perché nessuno si stanca mai di questo”.