Conte ha un baricentro più alto di Motta (51,5-49,8 m), chiamato a Torino proprio per un calcio più offensivo. La carenza di pressing è uno dei dati più vistosi

Domani alle 18 si gioca al Maradona il big match tra il Napoli e la Juventus. La squadra di Conte è ormai una realtà consolidata in campionato. Come scrive la Gazzetta dello Sport, “l’orologiaio Conte ormai ha messo a punto il suo carillon da scudetto”. Non si può dire lo stesso di Thiago Motta e della sua Juventus. Lo spiega il quotidiano con Luigi Garlando.
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Il Napoli di Conte ha un baricentro più alto di Motta
Scrive la Gazzetta:
L’orologiaio Thiago è ancora al tavolo da lavoro, con in mano l’ingranaggio Koopmeiners che non sa bene dove collocare, tra mediana e trequarti, per farlo finalmente rendere a livelli bergamaschi. Thuram ha fatto buone cose, anche se non con la continuità di Anguissa. Il meglio finora è stato Locatelli che però rimane sempre troppo basso, specie nelle ultime partite: imposta tra i due difensori centrali e fa lo stopper davanti alla difesa a palla persa. Juve troppo risucchiata indietro che perciò fatica fatalmente a creare in attacco, come nel triste triennio allegriano. Le innovazioni di Thiago, tipo Kalulu alla Calafiori e Cambiaso accentrato in costruzione, si sono intraviste, ma i lavori sono ancora in corso.
Non è banale che Conte, storicamente portato a ripartire, abbia un baricentro più alto di quello di Motta (51,5-49,8 m), chiamato a Torino per un calcio più offensivo. La carenza di pressing è uno dei dati più vistosi della Juve. Recuperi offensivi: Napoli 125, Juve 117. Palloni scippati nell’ultimo terzo di campo: Napoli 68, Juve 58. Gol in seguito a recupero offensivo: Napoli 5, Juve 1. Le statistiche individuali confermano che, al momento, la mediana di Conte lavora meglio. Dei sei centrocampisti considerati, Anguissa è il più presente con 1.862’ (Locatelli 1.474’); Lobotka ha recuperato più palloni, 105 (Locatelli 67).