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Italia-Israele spacca Udine, allo stadio non ci va quasi nessuno

L’assessora a La Stampa: «Patrocinio? Non ci si sciacqua la coscienza con la maglia azzurra». Si temono scontri, stadio semivuoto: poco più di 11mila biglietti venduti

Italia-Israele spacca Udine, allo stadio non ci va quasi nessuno
Ar Udine 25/04/2024 - campionato di calcio serie A / Udinese-Roma / foto Andrea Rigano/Image Sport nella foto: gol Bryan Cristante

Italia-Israele spacca Udine. Divisa tra il patrocinio da dare alla partita e la manifestazione pro Palestina in programma un’ora prima della partita. Ne scrive la Stampa.

Udine è in imbarazzo perché Italia-Israele la costringe a essere divisa, inquieta, tesa. Arrivano gli azzurri e non c’è nessun entusiasmo. Biglietti assegnati circa 11 mila, ma la quota si è alzata con la presenza di una serie di squadre giovanili (capienza del Bluenergy Stadium pari a 25.132, ndr). La maggioranza delle persone che camminano nel centro di Udine al sabato sera aspettano solo che questa gara di Nations League passi, così come la manifestazione pro Palestina organizzata qualche ora prima“.

L’assessora allo sport di Udine contro il patrocinio: «Non ci si sciacqua la coscienza con la maglia azzurra»

Il patrocinio dato dal sindaco della città di Udine è diventata tema di polemica. Italia-Israele si sarebbe giocata comunque a Udine, con o senza il patrocinio del comune. «Sarebbe stato assurdo non darlo, come avere ospiti indesiderati in casa propria», lo dice il presidente della Federcalcio del Friuli Ermes Canciani.

L’assessora allo sport, l’ex calciatrice Chiara Dazzan, non andrà in nessuno dei due posti e per lei è davvero strano: «Faccio parte dell’amministrazione della città, ma la partita non ha a che fare con la quotidianità dei cittadini. Ho giocato a pallone per 20 anni, so bene il potere che ha. Vengo dall’associazionismo, conosco il fervore delle cause, eppure non sfilerò e non mi siederò in tribuna al Friuli. Non diciamo che lo sport non è politica. Non ci si sciacqua la coscienza con la maglia azzurra».

Dazzan continua: «Non siamo preoccupati, siamo disorientati». Vale pure per chi, come il sociologo Marco Orioles, è abituato a frequentare le diverse comunità ad alimentare gli scambi: «Passerò questo lunedì in solitudine. Mi si gela il sangue a vedere quei volantini. Credevano di inventare un incontro di pace come compromesso, ne è uscita solo confusione. Sento persone minacciose e non lo erano mai state prima».

Ancora Dazzan a proposito della manifestazione: «Non è pro Palestina è contro la partita, per ciò che rappresenta, e predispone in modo errato chi ci va».

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