Durante il torneo di golf Legends Trophy: «Quello che è successo a Xavi non è colpa mia. La panchina del Barça è complicata, le cose non restano mai nello spogliatoio»

Pep Guardiola ha rilasciato alcune dichiarazioni durante il Legends Trophy, torneo di golf che si è svolto al Golf Club Empordà i cui profitti andranno in beneficenza. L’allenatore del Manchester City ha parlato anche dell’addio di Xavi al Barcellona.
«Quello che è successo a Xavi non è colpa mia. Io non ho fatto paragoni. Il Barcellona per me è una porta chiusa. Dirigere il Barça è uno dei compiti più complicati che esistano perché tutto viene sempre messo in discussione».
Guardiola: «Flick ha bisogno di tempo e di sostegno da parte della società e dei tifosi»
Le parole di Guardiola riportate dal Mundo Deportivo.
Come giudica Guardiola l’arrivo di Flick a Barcellona:
«Gli auguro il meglio. Che lo aiutino e gli diano tempo, dovrà adattarsi allo stile dei giocatori che ha. Flick ha esperienza al Bayern. Quando diventi il nuovo allenatore hai bisogno di sostegno totale dalla società e dai tifosi e di pazienza. Vale la pena ricordare che i campionati non si vincono a settembre o ottobre».
Ancora qualche consiglio a Flick:
«La panchina del Barça è una delle più complicate. L’ambiente sa tutto, le cose non restano dentro le spogliatoio. E poi bisogna vincere sempre. Io di nuovo al Barça? Ormai sono troppo vecchio. È completamente fuori discussione un mio ritorno».
Ma è Flick a doversi adattare o i giocatori al suo stile? Guardiola non ha dubbi:
«Lo stile appartiene ai giocatori. E quelli del Barça possono giocare in tanti modi. Sono giovani ma ci sono anche profili esperti. Il settore giovanile del Barcellona non fallisce mai, conoscono mene la cantera».
Per Guardiola il Real Madrid è il grande avversario. «Con Mbappé o senza, sono loro il rivale da battere. Sono i favoriti ancor prima di iniziare».
Elogi anche per il Girona:
«Mi piacerebbe incontrarli in semifinale o ai quarti (di Champions, ndr). Ho tanti amici lì. Anche mio fratello. È straordinario vederli giocare. Fate loro i complimenti perché hanno tanti meriti».