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La boutade Bagnoli è finita ma ci ha fatto scoprire un’affinità tra De Laurentiis e Il Caimano (il film)

Un’idea lunare ha potuto contare su agit-prop che hanno suonato la grancassa. Come Nanni Moretti aveva profetizzato per vicende più serie

La boutade Bagnoli è finita ma ci ha fatto scoprire un’affinità tra De Laurentiis e Il Caimano (il film)
Mc Roma 18/04/2023 - photocall film ‘Il sol dell’avvenire’ / foto Mario Cartelli/Image nella foto: Nanni Moretti

La boutade dello stadio (e del centro sportivo) a Bagnoli (ne scrivemmo qui e qui) è durata un mesetto. Oggi il ministro Fitto ha gelato anche i più innamorati del verbo aureliota. Un mesetto è in ogni caso decisamente troppo per essere una notizia marziana, totalmente scollegata dalla realtà. Ma l’annuncio era stato dato in pompa magna dal presidente Aurelio De Laurentiis e quindi ha avuto, sia pure brevemente, un suo seguito. Bastava avere un’infarinatura da Bignami della storia di Napoli degli ultimi trent’anni per capire che si trattava di un pesce d’aprile anticipato. In questo è stato particolarmente azzeccato l’articolo che sul Napolista ha scritto Massimo Paolucci: una sorta di vademecum intelligente e informato su Bagnoli.

È stato però interessante notare il flusso comunicativo della notizia. Col giornalismo impropriamente definito mainstream che in fin dei conti non ha dato molto peso all’annuncio. Sì, se n’è occupato per qualche giorno, anche perché non poteva farne a meno. Poi, ovviamente, ha preso atto della realtà lunare e ha progressivamente collocato il tema nello scantinato.

Gli agit prop su Bagnoli

Ma i tempi sono cambiati. Oggi ci sono i cosiddetti influencer, gli opinion-maker non cresciuti nel filone canonico del giornalismo. Piacciono molto al presidente del Napoli. L’idea dello stadio (così come del centro sportivo) a Bagnoli è stata rilanciata e pompata come l’idea dell’uomo del fare che sfida il pantano della burocrazia. Non a caso De Laurentiis nel corso della Supercoppa italiana si produsse in un elogio della società saudita libera da vincoli e legacci (anche da minimi principi democratici ma qui non stiamo a sottilizzare). Sin da subito i toni su Bagnoli sono stati esageratamente alti. Si è partiti con accuse dirette al sindaco che aveva chiarito immediatamente i termini della questione. Gli opinion maker hanno sbandierato – con non poca prosopopea – di saperne di più del primo cittadino che peraltro è anche commissario straordinario di Bagnoli. Riscuotendo (gli opinion maker) anche un discreto successo in termini di consenso.

Perché ovviamente sono pochi a conoscere la storia di quell’area. Quasi nessuno sa che c’è stato un dibattito ultradecennale che è terminato con la variante al piano regolatore. È già stato deciso cosa dovrebbe esserci a Bagnoli. Che poi non sappiamo se e quando sarà realizzato, è un altro paio di maniche. Gli strumenti urbanistici previsti dalla legge, sono oggi sui social considerati un intralcio, quando non una macchinazione contro il verbo. È il meccanismo perverso della semplificazione. Ma in questa boutade durata un mese è stato interessante notare come sia stato semplice per gli agit-prop aurelioti propagandare la possibilità che realmente lo stadio si sarebbe potuto realizzare. Considerando acqua fresca le cubature, il piano traffico, il rischio sismico dell’area. È bastato che il presidente pronunciasse una frase da bar sport e cioè “faremo venire i tifosi via mare” che il popolo di De Laurentiis si è eccitato.

Ecco, se c’è un aspetto da non dimenticare di questo pesce d’aprile anticipato è che il finale di De Laurentiis a Napoli (ove mai il presidente dovesse proseguire la sua china discendente) potrebbe ricalcare quello che – erroneamente – Nanni Moretti aveva immaginato in Italia per Berlusconi nel suo film “Il Caimano”. Quell’assalto alle procure in realtà non c’è mai stato. C’è stata sì una battaglia sostanzialmente vinta da Silvione sull’intoccabilità del verbo dei magistrati. Ma questa è un’altra storia. Neanche a Napoli ci sarà l’assalto alle virtuali procure però con la “sparata” su Bagnoli De Laurentiis ha avuto la certezza di poter contare – sia pure solo a livello di social media – su un suo pubblico. Che, incredibile a dirsi, non ha mai avuto quando è stato per quasi vent’anni un grandissimo presidente e invece era detestato da quattro quinti della città. Oggi che invece è in rottura prolungata, ha scoperto di avere un battaglione dalla sua. Poi sarà il tempo a dirci se De Laurentiis riprenderà a trottare con regolarità. Noi ce lo auguriamo vivamente. Non solo per il Napoli. Anche perché i declini mettono tanta tristezza. Troppa.

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