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Guardiola: «L’anno scorso tutti a dire “quanto è forte il City” ma in finale abbiamo vinto grazie a Lukaku»

«In finale abbiamo vinto perché Lukaku da tre metri ha colpito Ederson. Contano i dettagli, col Real abbiamo fatto meglio senza però segnare»

Guardiola: «L’anno scorso tutti a dire “quanto è forte il City” ma in finale abbiamo vinto grazie a Lukaku»
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola reacts during the UEFA Champions League final football match between Inter Milan and Manchester City at the Ataturk Olympic Stadium in Istanbul, on June 10, 2023. (Photo by YASIN AKGUL / AFP)

Dopo la dolorosa eliminazione in Champions League, Il Manchester City si concentra sulla semifinale di Fa Cup contro il Chelsea. Ai media inglesi, Guardiola ha parlato ancora della sconfitta contro il Real Madrid:

«Dopo la gara col Real ho ringraziato i miei calciatori. Siamo stati noi stessi più di sempre ma non è bastato. Per me la cosa più difficile non è alzare il trofeo, bensì essere lì per 6-7 anni di fila a lottare per vincere qualcosa. Questa è la cosa più difficile».

La Champions League vinta grazie all’errore di Lukaku

Pep Guardiola, caldo sul tema in conferenza stampa prima della sfida contro il Chelsea, ha tirato in ballo anche la finale vinta con l’Inter lo scorso giugno grazie al gol di Rodri:

«Abbiamo perso l’ultima gara col Real dopo essere stati davvero bravi. Mentre con i nerazzurri abbiamo vinto la Champions con Lukaku che da tre metri, ripeto tre metri dalla linea di porta, da solo, ha colpito in pieno Ederson, il nostro portiere. Lì tutti hanno detto “quanto è forte i City”, mentre col Real abbiamo fatto meglio senza però riuscire a segnare. Contano i dettagli, nel calcio è così e va accettato».

El Mundo distrugge Guardiola: «nella sua frase “che bel modo di perdere” c’è tutta la distanza dalla realtà»

Guardiola “non sa ancora che la gloria non appartiene a chi perde alla grande ma a coloro che vincono agonizzando”. Evidentemente “da buon catalano è stato educato all’eleganza delle forme e non alla forza dei fatti. Filosofo degli accidenti e non della sostanza, per essere aristotelici, questi anni di esposizione all’empirismo inglese non hanno ancora sortito l’effetto sperato”. Insomma, Jorge Bustos scrive per El Mundo un pezzo che distrugge “filosoficamente” e politicamente Guardiola e il Guardiolismo, ed esalta “Carlo Michelangelo Ancelotti”.

Nella frase finale di Pep “che bel modo di perdere”, scrive, “c’è tutto un precetto letterario che svela i cattivi scrittori, che sono quelli che ignorano che si scrive con i verbi e non con gli aggettivi, così come si vince facendo gol e non accumulando calci d’angolo”.

Ancelotti invece “conosce la terribile natura dell’arte che non si sottomette al controllo accademico, alla dittatura della tattica, all’ossessione della lavagna. Ancelotti sa che la vittoria sta al Real Madrid come David sta al blocco di marmo: si tratta solo di estrarla, faticosamente, pareggio dopo pareggio, Champions League dopo Champions League. Ci saranno capolavori che richiedono tormento, come è successo a Manchester il 17 aprile 2024, ma culmineranno tutti nell’estasi”.

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