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Le ideologie ora sono nel calcio: Guardiola è il nuovo Che Guevara, l’eskimo è la costruzione dal basso

Tratto dal Riformista. La mancanza di passione politica ha dirottato il dogmatismo nel calcio. Ancelotti è un antidoto a questa deriva

Le ideologie ora sono nel calcio: Guardiola è il nuovo Che Guevara, l’eskimo è la costruzione dal basso
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola smokes a cigar as he attends an event for fans with members of the Manchester City football team following an open-top bus parade through Manchester, north-west England on May 23, 2022, to celebrate winning the 2021-22 Premier League title. Manchester City's latest Premier League title triumph established the champions as a burgeoning dynasty. City's fourth title in five seasons is arguably the greatest achievement of Guardiola's glittering career as he found a way to hold off Liverpool's relentless challenge by one point. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

Le ideologie ora sono nel calcio: Guardiola è il nuovo Che Guevara, l’eskimo è la costruzione dal basso.

(Pubblichiamo l’inizio dell’articolo che Massimiliano Gallo ha scritto per il Riformista di oggi 19 aprile. L’articolo completo lo trovate qui.)

Politologi e sociologi farebbero bene a non trascurare le trasformazioni che da almeno un decennio (anche di più) stanno snaturando e destrutturando la concezione tradizionale del gioco del calcio. È un fenomeno che riguarda molto da vicino la politica e quella che per anni è stata definita la crisi delle ideologie. Un vento carico di integralismo, con tutti gli effetti collaterali tipici del dogmatismo. Fatta eccezione per l’ambientalismo, e ultimamente per i risvolti di quella che viene definita la questione mediorientale, è molto raro imbattersi in una discussione accalorata tra i giovani su temi della vita politica. Men che mai di quella italiana. Siamo ben oltre la stagione del disimpegno. Siamo nel disincanto prolungato. Nel disinteresse conclamato.

Nel calcio, invece, da tempo avviene l’esatto contrario. Il pallone, la partita, la preparazione e lo svolgimento dell’incontro hanno assunto una dimensione sacrale. Il nuovo Che Guevara oggi non ha i capelli. È orgogliosamente calvo. È catalano. E si chiama Pep Guardiola. Fate bene attenzione ad approcciarvi con superficialità in un consesso di devoti di Guardiola. Quell’ideologia che più generazioni hanno ormai dimenticato a livello politico, quasi espulso dal proprio bagaglio genetico, è prepotentemente tornata sottoforma di dottrina calcistica. Non ci si accapiglia più sul processo di imborghesimento del Pci (questa è preistoria) ma nemmeno sull’eredità politica di Berlusconi, men che meno sui libri che rievocano Acca Larenzia. Se doveste imbattervi in una discussione accalorata, state certi che staranno parlando dei nuovi comandamenti del calcio.

(prosegue qui)

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